«È più importante vaccinare contro il covid-19 che vendere shampoo». Parole di Hasan Khan, farmacista a Edgware, un sobborgo della periferia settentrionale di Londra, dov’è titolare di una delle sei farmacie che tre giorni fa hanno cominciato a somministrare il vaccino di AstraZeneca-Oxford alle fasce prioritarie. Rappresentano il primo drappello di un contingente di oltre 200 esercizi farmaceutici, che si aggiungeranno progressivamente nelle due settimane a venire dopo avere ricevuto il via libera dal Nhs, il servizio sanitario inglese. Un servizio della rivista Apotheke Adhoc racconta la storia del dottor Khan a beneficio dei farmacisti tedeschi, ma l’esperienza del titolare inglese merita di essere letta anche dai suoi colleghi italiani, chje troveranno parecchi spunti per confronti e riflessioni.
Anche se indipendente, la farmacia di Khan dispone di tre sale di consultazione che fino all’inizio della pandemia erano utilizzate per erogare servizi clinici. «Abbiamo convertito gli spazi in cinque giorni» racconta il farmacista «e ora assomigliamo a una piccola clinica: è stato riorganizzato tutto in funzione delle vaccinazioni, abbiamo persino liberato diversi scaffali». Il risultato è che in questi giorni le vendite sono calate, ma – dice il farmacista – «siamo adeguatamente remunerati dal Nhs (25 sterline per ogni somministrazione doppia, circa 28 euro ndr), che dirige la campagna e vigila sul rispetto dei requisiti tecnici».
In più, racconta il farmacista londinese, il servizio sanitario fornisce alle farmacie tutto quanto è necessario. «Ci hanno inviato i frigoriferi per la conservazione dei vaccini, riceviamo regolarmente materiali di consumo e dispositivi di protezione, sono venuti persino i tecnici a installare cinque computer, completi di softwareare, per gestire la contabilità, fissare gli appuntamenti e così via».
Il vaccino (AstraZeneca) viene consegnato ogni mercoledì, la farmacia riceve 120 fiale che non devono essere conservate a -80°C né vanno diluite per l’inoculazione. «Ogni fiala contiene 10 dosi» avverte Khan «ma quasi sempre se ne può ricavare almeno una in più, a volte anche due». In una settimana, quindi, la farmacia effettua in media 1.400 somministrazioni. «Questo significa che le farmacie possono assicurare centinaia di migliaia di vaccinazioni ogni settimana» calcola Khan «è quattro volte quello che possono fare i medici di famiglia, che devono continuare a prendersi cura dei loro pazienti abituali».
Attenzione però: la farmacia di Edgware fa somministrazioni dalle otto del mattino alle otto di sera, sette giorni alla settimana. E se materiale e attrezzature sono state fornite dal Nhs, il personale qualificato se l’è dovuto procurare da sé. Anche se non è stato difficile reclutarlo: «Abbiamo lanciato un appello sui social media» racconta Khan «abbiamo ricevuto in pochissimo tempo molte candidature e siamo stati in grado di mettere insieme velocemente un team di medici, dentisti, infermieri, ostetriche e altri operatori. Abbiamo anche volontari che vigilano sul rispetto delle distanze e assegnano i posti auto a chi arriva. Siamo tutti studi della pandemia e vogliamo uscirne il più rapidamente possibile».
Il Nhs, infine, ha fatto grossi sforzi per ridurre al minimo la burocrazia. «Ha accelerato molti processi e semplificato i regolamenti per il periodo della pandemia per garantire un processo rapido e regolare». Quanto alle 12,50 sterline a vaccinazione (25 per la doppia dose), Khan ritiene che bastino: «Coprono spese e costi, abbiamo anche di che pagare caffè e snack ai volontari. Certo non tutto fila liscio come l’olio quando ci sono campagne di massa come questa, ma stiamo vaccinando a pieno ritmo e questo continueremo a fare per i prossimi mesi, fino a quando non torneremo alla normalità».