L’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali, si pronuncerà il 29 novembre sulla vaccinazione contro covid dei 5-11enni. Intanto altri Paesi hanno già fatto la propria scelta. L’ultimo in ordine di tempo Israele, che l’altro ieri ha dato luce verde alla somministrazione agli under 12 di Comirnaty (Pfizer-BioNTech) secondo le raccomandazioni della commissione insediata dal ministero della Sanità. L’estensione delle somministrazioni, è il parere degli esperti, dovrebbe contenere le chiusure delle classi e ridurre i contagi ai danni della popolazione generale. «La maggioranza della commissione» ha dichiarato in una nota il ministero della Sanità «ha ritenuto che vaccinare i bambini garantirà più benefici che rischi, da cui la decisione di autorizzare il vaccino per questa fascia di età».
Lo stato ebraico, come si ricorderà, è stato uno dei primi a lanciare la vaccinazione di massa contro covid, grazie alla quale hanno ricevuto due dosi quasi sei dei nove milioni circa di abitanti presenti nel Paese, tra i quali più dell’80% degli adulti. Quest’estate, inoltre, le autorità hanno avviato la somministrazione della dose di richiamo a più di quattro milioni di persone.
Una settimana fa era toccato agli Stati Uniti dare il via alla vaccinazione dei bambini dai 5 agli 11 anni, sempre con Comirnaty. Oltre al Paese americano, hanno adottato la stessa linea anche Cina, Emirati Arabi Uniti, Cambogia e Colombia, tutti però con il vaccino cinese. Secondo studi clinici condotti da Pfizer, il vaccino si è dimostrato efficace contro le forme sintomatiche della malattia nel 90,7% dei casi.