Da qui al 2026 le farmacie inglesi sono in grado di effettuare 15 milioni di controlli della pressione, che preverranno sino a 15mila tra infarti e ictus. È quanto rivela uno studio prodotto nei giorni scorsi dalla Company chemists’ association (Cca), l’associazione che rappresenta le otto principali catene di farmacia del Regno Unito (Asda, Boots, LloydsPharmacy, Morrisons, Rowlands Pharmacy, Superdrug, Tesco e Well). «Migliaia di vite possono essere salvate con un progetto per la farmacia dei servizi ambizioso e gli investimenti che servono» ha detto l’associazione al magazine Pharmacy Business.
Le farmacie del territorio, è in particolare la riflessione della Cca, sono sottoposte da tempo a una forte pressione economica, a causa di tagli ai finanziamenti che in otto anni ammontano a circa il 30%. La rete delle farmacie, invece, può offrire un contributo importante alla prevenzione cardiovascolare, a patto però che riceva risorse adeguate e sia assicurata la formazione del personale. «Il comparto» ha detto Malcolm Harrison, amministratore delegato della Cca «può recitare un ruolo cruciale nella lotta alle malattie cardiovascolari».
Investire nella farmacia del territorio perché divenga il primo presidio di riferimento nella prevenzione di queste patologie, continua la Cca, consente di sgravare i medici generalisti, invertire le disuguaglianze sanitarie e, in ultima analisi, salvare vite umane. In media, le farmacie inglesi sono sottofinanziate per oltre 67mila sterline all’anno, «è giunto il momento che il governo e il servizio sanitario nazionale investano nell’enorme potenziale della farmacia del territorio».
Dall’ottobre 2021, le farmacie inglesi offrono un servizio di screening per l’ipertensione, un fattore di rischio chiave per infarti e ictus. In un anno sono stati effettuati quasi 600mila controlli della pressione, che hanno permesso di identificare oltre 25.000 persone affette da ipertensione. Il 44% di questi controlli ha avuto luogo nel 30% delle comunità più svantaggiate.