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L’Oms: prima della terza dose, dare precedenza alle forniture ai Paesi poveri

17 Luglio 2021

La necessità di una terza dose di vaccino per scongiurare l’infezione da covid non è stata ancora dimostrata scientificamente, quindi gli Stati e i produttori che stipulano contratti per assicurarsi le forniture necessarie a un eventuale richiamo non fanno altro che sottrarle ai Paesi dove ancora non sono stati vaccinati il personale sanitario e le fasce più a rischio.

Lo ha detto nel corso di una “turbolenta” conferenza stampa il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus: ancora non ci sono studi che spingono a ritenere opportuna la somministrazione della terza dose, ha ricordato, quindi non c’è alcun motivo per correre dalle industrie produttrici per assicurarsi nuove consegne.

Al contrario, ha continuato, gli approvvigionamenti continuano a essere ineguali e irregolari a seconda dei Paesi destinatari: alcuni «ordinano dosi di richiamo a milioni di persone», altri non sono neanche in grado di vaccinare i loro caregiver e le loro popolazioni più vulnerabili.

Secondo i dati ufficiali dell’agenzia France Press, al 12 luglio risultavano somministrati 3,35 miliardi di dosi in 216 Stati e territori. Nei Paesi ad alto reddito sono state iniettate 86 dosi ogni 100 abitanti, in quelli più poveri il rapporto scende a una somministrazione ogni 100 abitanti.