I supermercati che, quando un cliente acquista a distanza e chiede il recapito a casa, sostituiscono il farmaco richiesto con un altro otc non del tutto equivalente, potrebbero mettere a rischio la salute dei cittadini. E’ l’avvertimento che la Royal pharmaceutical society, ossia l’ordine dei farmacisti inglesi, ha affidato a una lettera inviata al British Retail Consortium, l’associazione nazionale dei commercianti.
L’intervento della Società discende dal forte aumento delle richieste di home delivery registrato nel Regno Unito dall’inizio della pandemia di covid (come in Italia, peraltro). Secondo un sondaggio risalente a giugno, il 34% degli inglesi ritiene che l’e-commerce è destinato a crescere ulteriormente sul lungo periodo. E le consegne a casa non possono che seguire lo stesso trend.
La Royal pharmaceutical society, quindi, se la prende con quei supermercati che – quando sono sprovvisti di un farmaco ordinato via internet e da consegnare a casa– lo sostituiscono con un altro otc senza verificare la piena equivalenza. In alcuni casi, scrive la società al British Retail Consortium, è accaduto che farmaci da banco come il paracetamolo fossero sostituiti quando la marca richiesta risultava esaurita. E talvolta, prosegue la lettera, il prodotto proposto in sostituzione conteneva ingredienti diversi o aggiuntivi rispetto a quelli dell’originale.
«Se non si avverte in modo esplicito il cliente che il medicinale è stato sostituito» è quindi l’avvertimento della Royal Society «potrebbero verificarsi gravi problemi, soprattutto tra coloro che hanno intolleranze o allergie verso un ingrediente specifico». «E’ fondamentale» conclude la presidente della Società scientifica, Sandra Gidley, «che i rivenditori adottino solide procedure di sicurezza per la vendita dei farmaci da banco». Occorre, in particolare, che «venga rivista la formazione del personale, perché in caso di home delivery eventuali sostituzioni avvengano soltanto tra farmaci equivalenti».