La quarta dose di vaccino è raccomandata soltanto alle persone di età superiore ai sessant’anni, agli adulti con comorbidità, alle persone immunocompromesse, alle donne incinte e agli operatori sanitari di prima linea. Sono le nuove indicazioni che l’Oms ha formulato sulla base degli ultimi dati relativi all’impatto di Omicron e all’alto livello di immunità che ormai caratterizza la popolazione mondiale.
L’Organizzazione, in particolare, ritiene che gli adulti sani di età inferiore ai 60 anni non necessitino di una dose aggiuntiva oltre alla vaccinazione primaria e al primo richiamo. Stesso discorso per i bambini e gli adolescenti dai 6 mesi ai 17 anni con comorbidità, mentre per i pari età senza patologie concomitanti la vaccinazione non è più raccomandata.
La quarta dose, avvertono gli esperti di Sage, il gruppo consultivo sull’immunizzazione dell’l’Oms, continua a essere sicura, ma «i vantaggi in termini di salute sono piccoli». Le categorie a rischio elencate in apertura, invece, dovrebbero ricevere il secondo richiamo dopo il ciclo iniziale e la prima dose booster, con un intervallo da 6 a 12 mesi tra le somministrazioni a seconda della morbilità. Sage, invece, non è stata in grado di fornire indicazioni sull’efficacia dei vaccini contro il Covid lungo a causa della mancanza di prove coerenti.
In tutto il mondo, ricorda ancora l’Oms, sono state somministrate quasi 13,3 miliardi di dosi, ma manca ancora un vaccino contro covid che riesca a coprire un’ampia gamma di varianti, abbia effetti prolungati e migliori prestazioni infezione e trasmissione. L’Organizzazione, inoltre, sta esaminando nuovi metodi di somministrazione in forma orale, cutanea o nasale. Per quanto riguarda quest’ultima, sono sotto studio due vaccini (uno dei quali cinese) dalla qualità immunogenica accertata, ma i dati devono ancora confermare l’impatto sulla trasmissibilità.