Mentre proseguono le indagini per accertare il percorso seguito dalle versioni contraffatte di Ozempic che hanno fatto scattare l’allarme dell’Ema, nuovi dettagli sulla vicenda arrivano dall’Austria, il Paese che con la Germania è considerato il punto d’origine del traffico di semaglutide falsificato. Secondo quanto riferisce la rivista tedesca Apotheke Adhoc, in particolare, le confezioni artefatte sarebbero entrate nella catena distributiva legale almeno in un caso, quello di una donna che ha acquistato regolarmente il farmaco dal suo chirurgo plastico (in Austria i medici sono autorizzati a dispensare in determinate condizioni).
La paziente, che ha dovuto essere ricoverata per ipoglicemia e convulsioni dopo aver assunto il farmaco falsificato, era seguita per problemi di sovrappeso, non era diabetica e in precedenza aveva ricevuto dallo specialista già tre confezioni di Ozempic, sempre genuine.
Secondo la Basg, l’Ufficio austriaco per la sicurezza sanitaria, il sospetto è che il farmaco falsificato contenesse insulina al posto di semaglutide. I contraffattori, in sostanza, avrebbero apposto finte etichette dell’Ozempic su penne di insulina simili all’originale nella forma, utilizzando poi confezioni esterne riciclate dal normale circuito distributivo. Il traffico è stato scoperto proprio perché i codici datamatrix delle scatole risultavano già annullati.
Secondo l’Ema, le penne contraffatte sono state intercettate in diversi paesi dell’Ue e in Gran Bretagna. Le confezioni con etichette in tedesco provenivano da grossisti austriaci e tedeschi.