La sottovariante BA.2 di Omicron che ormai è dominante in Paesi come la Danimarca e l’India non provoca forme di covid più gravi della variante BA.1, prevalente in Italia e in altri Stati europei. Lo ha affermato ieri l’Oms sulla base di un’analisi condotta da un Comitato consultivo di esperti. «Non risultano differenze in termini di pericolosità tra BA.1 e BA.2» ha affermato Maria Van Kerkhove, responsabile per l’Oms della gestione dei focolai di covid «in particolare per quanto concerne i rischi di ricovero».
Pochi giorni fa, uno studio giapponese in preprint aveva suggerito che BA.2 comportasse un più elevato rischio di sviluppare forme gravi di covid. Per l’Organizzazione mondiale della sanità, invece, non sussistono evidenze riguardo a una recrudescenza dell’epidemia con BA.2, anche se è ancora presto per trarre conclusioni definitive. «Al momento la risposta immunitaria a BA.1 sembra efficace anche contro BA.2 e viceversa» osserva Anurag Agrawal, membro del comitato consultivo «ciò significa che chi è stato infettato da Omicron BA.1 o BA.2 è protetto almeno per un periodo da 6 a 8 settimane».
Poiché il numero di casi di Covid-19 diminuisce a livello globale, l’Oms ha esortato gli Stati a rimanere vigili e «non smantellare i dispositivi di sequenziamento parallelamente alla revoca delle restrizioni sanitarie».