Le farmacie ubicate nelle aree più disagiate dell’Inghilterra che nel 2020 hanno dovuto chiudere sono oltre quattro volte quelle che invece hanno chiuso nelle zone più ricche del Paese. A dirlo un’analisi condotta dal Pharmaceutical Journal – la rivista della Royal pharmaceutical Society – a partire dai dati del Nhs Dgital relativi al servizio farmaceutico: tra aperture e chiusure, spiega la rivista, alla fine del 2020 il totale delle farmacie inglesi in attività è calato di 202 esercizi rispetto alla fine dell’anno precedente; ma se di queste chiusure 81 sono avvenute nel 20% più povero del Paese, solo 19 hanno interessato il 20% più ricco.
Il 2020, poi, è stato anche l’anno che ha fatto registrare la contrazione più cospicua delle farmacie in attività (sempre al netto tra aperture e chiusure): nel 2019 il calo si era fermato a 123, 122 nel 2018, 25 nel 2017 e 37 nel 2016. Come sottolinea il Pharmaceutical Journal, il decremento è semza precedenti nonostante la pandemia abbia visto aumentare di un terzo le ricette mediche durante la prima ondata e nonostante il 33% dei pazienti abbia dichiarato di aver visto il proprio farmacista al posto del medico.
Queste chiusure si sono verificate nonostante l’uso di farmacie comunitarie in forte espansione durante la pandemia, con un terzo in più di prescrizioni erogate al culmine del primo blocco nel marzo 2020 e un terzo dei pazienti che ha riferito di aver visitato una farmacia invece del proprio medico di famiglia .
I dati, ha commentato Andrew Lane, presidente della National pharmacy association (Npa) dimostrano che «i tagli al budget del servizio farmaceutico (impartiti negli ultimi anni, ndr) spesso si traducono in tagli ai servizi sanitari delle comunità più povere. Questo non è ciò che il Governo aveva promesso con il suo programma per l’abbattimento delle diseguaglianze».
Nel maggio scorso L’Npa aveva avvertito che se non fossero stati stanziati finaziamenti aggiuntivi per aiutare le farmacie a sostenere l’incremento dei costi causato dall’emergenza pandemica, migliaia di esercizi avrebbero chiuso. Un rapporto diffuso in estate da Ernst & Young, inoltre, stimava che fino all’85% delle farmacie inglesi si troverà in default entro il 2024 se il budget per le farmacie rimarranno agli attuali livelli.
In base all’attuale contratto, i finanziamenti per le farmacie del territorio sono stati stabilizzati a 2,592 miliardi di sterline all’anno fino al 2023/2024. «Se non ci saranno aumenti, le chiusure saranno certamente destinate a crescere» ha detto Simon Dukes, amministratore delegato del Psnc, il comitato che negozia con il servizio sanitario i rinnovi contrattuali «altre comunità perderanno le loro farmacie e questo allargherà le disuguaglianze sanitarie».