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Pharmacy First, farmacie inglesi faticano a raggiungere i target

9 Luglio 2024

Secondo la National pharmacy association i farmacisti inglesi rischiano di ricevere soltanto 180 dei 645 milioni di sterline (oltre 730 milioni di euro) stanziati dal Governo per finanziare per un biennio il servizio Pharmacy First, che delega alle farmacie del territorio il primo trattamento di sette patologie di ridotta complessità come otiti, sinusiti, mal di gola e infezioni del tratto urinario. La previsione si basa su una stima dei volumi prodotti finora: per essere remunerate, le farmacie devono assicurare almeno dieci consultazioni al mese a partire dallo scorso maggio, 20 da agosto e 30 dal prossimo ottobre. Ma secondo rilevazioni della Npa riferite dalla rivista Chemist&Druggist, la maggior parte degli esercizi si starebbe avvicinando soltanto adesso alla media richiesta per maggio.

All’origine di questo ritardo, secondo gli osservatori, le inadeguatezze dimostrate dalla piattaforma informatica messa in pista dal Nhs per consentire alle farmacie di registrare le consultazioni, le resistenze di molti medici di famiglia, che hanno inviato a fatica i loro pazienti in farmacia, e infine i severi requisiti richiesti dal programma per autorizzare il rimborso delle consultazioni, per cui molte farmacie hanno erogato assistenza e prestazioni che di fatto non verranno remunerate.

Considerate le visite effettuate finora e validate dal sistema, è quindi la stima della Npa, le farmacie rischiano di perdere 465 milioni di sterline, che potrebbero restarsene nelle casse della sanità pubblica senza essere spese. Il sindacato che rappresenta le farmacie inglesi, quindi, ha preso carta e penna e ha scritto ai tre principali partiti britannici chiedendo loro di impegnarsi a erogare i finanziamenti stanziati. Risorse inferiori, ha scritto la Npa, avrebbero «effetti devastanti» per il settore. Le farmacie, ha continuato l’associazione di categoria, «sono determinate ad assicurare il successo del programma Pharmacy Fist, ma se la maggior parte dei fondi assegnati al servizio venisse reincamerata dalle Finanze si rischierebbe un buco nero nei conti delle farmacie».