Non è tutto rose e fiori nel programma Pharmacy First, il servizio del Nhs inglese che dal 31 gennaio scorso delega alle farmacie il trattamento in prima battuta (cioè senza passaggio preventivo dal medico) di sette patologie minori, tra le quali otiti, sinusiti, mal di gola e infezioni del tratto urinario. Nei giorni scorsi la Cca (l’associazione sindacale delle grandi farmacie) aveva parlato di circa 49mila consultazioni in farmacia in poco più di un mese di servizio (al 3 marzo), cifra che era stata definita un successo «senza precedenti».
In un articolo pubblicato dalla rivista Chemist&druggist tuttavia Paul Rees, ceo della Npa (l’associazione delle farmacie indipendenti), solleva importanti dubbi sui costi del servizio per i piccoli proprietari. Pharmacy First, ricorda il sindacalista, è stato introdotto al Nhs in modo affrettato, costringendo i farmacisti a prepararsi nel giro di una notte o di una domenica, approfittando delle poche ore in cui la farmacia era chiusa. E ora che il servizio è attivo, la domanda di visite e consultazioni li sta costringendo a togliere tempo dalle altre attività della farmacia: «corrono da una parte all’altra, ordinano i farmaci ai distributori alla cieca, rischiano di ritrovarsi con i bilanci in deficit».
Pharmacy First, è per Rees il rischio principale, potrebbe finire per allargare il divario tra grandi e piccole farmacie, dove per grandi si intendono ovviamente le catene (chiamate multiples, in inglese): «Se ci sono errori negli ordini o i rimborsi sono incoerenti (il complicato sistema di pagamento del Nhs obbliga le farmacie a controlli ricorrenti, ndr) le grandi farmacie hanno comunque le risorse per reggere, le farmacie indipendenti invece ci rimettono e si espongono a rischi finanziari. E questo per poter comunque servire le loro comunità».
Per il capo della Npa tutto ciò non è giusto: «Vuol dire che il Nhs sfrutta la buona volontà delle farmacie del territorio». Non solo: il nuovo servizio è stato finanziato per un anno da un fondo specifico di 645 milioni di sterline (oltre 750 milioni di euro), ma non c’è alcuna garanzia che lo stanziamento venga replicato l’anno prossimo. «I farmacisti vengono trattati in modo ben poco rispettoso» osserva Ress «perché devono implementare un servizio che al momento non si sa per quanto andrà avanti».
Per la Npa, dunque, c’è il forte rischio che si continueranno a registrare chiusure di farmacie anche nei mesi a venire, sempre a causa di un finanziamento insufficiente del servizio farmaceutico. «Se il trend rimane questo, per la fine del 2025 scenderemo sotto la soglia delle 10mila farmacie in attività in tutta l’Inghilterra. Il paradosso, è che intanto la politica chiede alle farmacie sempre di più».
Intanto, un sondaggio condotto nelle proprie farmacie dalla catena Avicenna ha rivelato che le consultazioni condotte nell’ambito del servizio Pharmacy First prendono in media una ventina di minuti ciascuna, e che soltanto il 40% di queste raggiunge alla fine i requisiti per chiedere il rimborso al Nhs. Come se non bastasse, la settimana scorsa è andato in tilt il sistema informatico che le farmacie devono utilizzare per registrare i consulti con i pazienti e chiedere il pagamento del servizio. La Npa ha già chiesto «azioni urgenti» per ripristinare la piattaforma, perché il guasto «potrebbe lasciare molte farmacie senza pagamenti».