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Pharmacy First, nelle farmacie inglesi esplode il caso dei “locum”

1 Febbraio 2024

Forse innescata dalla carenza di personale che affligge le farmacie inglesi quanto quelle italiane, la disponibilità dei collaboratori sembra essere al momento il problema principale di Pharmacy Fist, il nuovo servizio del Nhs inglese che per sgravare i medici di famiglia delega alle farmacie del territorio trattamento e presa in carico di sette patologie di minore intensità (sinusite, mal di gola, punture di insetti, impetigine, herpes zoster, infezioni del tratto urinario (femminile) non complicate e otite).

I primi esercizi stanno cominciando a offrire il servizio in questi giorni (Boots e Superdrug sono tra questi) ma intanto fanno discutere le iniziative messe in campo da alcune insegne nei confronti dei “locum”, ossia i farmacisti a chiamata (le partite iva, si direbbe in Italia) di cui le farmacie inglesi fanno ampio uso per completare gli organici o coprire le assenze temporanee. È il caso di Rowlands Pharmacy, catena di 350 farmacie del gruppo Phoenix: come scrive la rivista Chemist&Druggist, il network ha inviato nei giorni scorsi ai suoi locum una mail nella quale chiede loro di autocertificare la propria competenza per Pharmacy First.

Secondo il magazine, alcuni collaboratori si sarebbero sentiti «intimiditi» dal tono della lettera, Rowlands dal canto suo ha commentato ricordando che in quanto liberi professionisti tocca ai locum garantire la propria preparazione e che in base alle risposte deciderà se confermare o annullare le chiamate. Alcuni di questi farmacisti, peraltro, hanno fatto notare che Rowlands non ha offerto ai locum chiamati con maggiore regolarità «alcun supporto formativo» per il nuovo servizio e non ci sono indicazioni che il gruppo riconoscerà compensi aggiuntivi per le prestazioni collegate. L’insegna, dal canto suo, ha replicato ricordando che il Nhs «non ha fissato alcun prerequisito formativo obbligatorio per Pharmacy First». I farmacisti assunti, ha continuato il gruppo, hanno ricevuto una formazione in quanto dipendenti, lo stesso aggiornamento non è stato proposto ai locum in quanto «professionisti autonomi».

Un altro caso è quello di Asda, catena di supermercati cui fanno capo 250 frmacie in-store (di proprietà). Secondo alcune autorità sanitarie regionali, l’insegna avrebbe comunicato nei giorni scorsi che non saranno chiamati in servizio locum non abilitati a Pharmacy First ma – ha detto un portavoce di Asda a Chemist&Druggist – il gruppo sta fornendo supporto formativo gratuito a tutti i suoi farmacisti, locum compresi.

Un sondaggio condotto dalla rivista la settimana scorsa aveva rivelato che solo l’1% dei farmacisti ha completato la formazione prevista, a fronte di un 69% che non aveva effettuato alcun aggiornamento. Per la metà circa degli intervistati, infine, le farmacie inglesi non hanno personale a sufficienza per espletare adeguatamente il nuovo servizio (in aggiunta a quelli già contrattualizzati).