Secondo un sondaggio condotto dalla Pharmacists’ defense association su 3.500 iscritti, solo il 4% dei farmacisti collaboratori (dipendenti o a chiamata) è ottimista riguardo alla possibilità che le farmacie inglesi possano assicurare il servizio Pharmacy First in aggiunta alle altre attività già in carico. Pharmacy First, come noto, è il nuovo programma del Nhs, al via da febbraio, che delega alle farmacie del territorio il trattamento di sette patologie a bassa intensità (sinusite, mal di gola, punture di insetti, impetigine, herpes zoster, infezioni del tratto urinario femminile non complicate e otite) in modo da sgravare i medici di famiglia.
Come scrive la rivista Chemist&Druggist, il sindacato dei farmacisti ha consegnato i risultati dell’indagine a David Webb, direttore del Servizio farmaceutico del Nhs inglese (nel Regno Unito c’è un sistema sanitario indipendente per ogni nazione della Corona) e al Dipartimento per la sanità e l’assistenza sociale, unitamente ad alcune proposte per rivedere la struttura del servizio.
In particolare, la Pda suggerisce che le farmacie vengano coinvolte sulle sette patologie in modo graduale, così da dare loro il tempo di «prepararsi» e «gestire l’informazione al pubblico riducendo il riwschio di una cattiva informazione».
In effetti, l’indagine rivela che sebbene l’idea di fondo di Pharmacy First sia ampiamente condivisa dai farmacisti, c’è scarsa fiducia nel successo del programma a causa delle condizioni di lavoro che caratterizzano le farmacie inglesi. Tra i farmacisti intervistati, più di otto farmacisti (84%) ritengono che ai pazienti verrebbe assicurata un’assistenza migliore se l’avvio del servizio sarà preceduto da una preparazione e un finanziamento adeguatamenti. In caso contrario, quasi nove farmacisti su dieci (87%) ritengono che Pharmacy First potrebbe trasformarsi in un «danno» per il personale delle farmacie.
Solo il 5% dei farmacisti ha espresso fiducia sul fatto che sarà possibile fornire i servizi di Pharmacy First in aggiunta alle attuali mansioni e ancora meno intervistati (il 4%) è ottimista riguardo alla possibilità che gli esercizi farmaceutici possano integrare il nuovo servizio nei carichi di lavoro esistenti.
In particolare, rivela l’indagine del Pda, il 49% degli intervistati ritiene che non c’è abbastanza personale per «fornire in sicurezza i servizi già offerti» dalle farmacie inglesi. A preoccupare, c’è soprattutto il fatto che a una settimana dal lancio del nuovo servizio «non è stata fatta abbastanza formazione»: solo l’1% degli intervistati ha affermato di avere terminato il programma di aggiornamento, a fronte di un 63% che invece ha riferito di non avere ancora completato la formazione.
Molti dei suoi iscritti, ha aggiunto il Pda, temono che la partenza affrettata ma promossa da un’estesa campagna di informazione da parte del servizio sanitario, si tradurrà in un aumento delle aggressioni e dei maltrattamenti ai loro danni da parte di un pubblico che avrà aspettative elevate sul servizio.