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Pharmacy First un anno dopo: nelle farmacie carenza di personale

5 Febbraio 2025

A un anno dall’introduzione del servizio Pharmacy First in Inghilterra, il 90% delle farmacie non ha visto alcun incremento del personale per far fronte alla nuova domanda. È quanto emerge da un sondaggio condotto dalla Pharmacists’ Defence Association (Pda), che a gennaio ha intervistato 924 farmacisti.

Il programma Pharmacy First, lanciato dal Servizio sanitario nazionale inglese (Nhs) nel gennaio 2024, consente ai farmacisti di trattare direttamente sette condizioni comuni senza necessità di prescrizione medica, con l’obiettivo di ridurre il carico sui medici di base e migliorare l’accesso alle cure primarie. Tuttavia, nonostante il nuovo ruolo centrale della farmacia, la stragrande maggioranza dei farmacisti non ha beneficiato di un aumento del personale per gestire il servizio.

Formazione e sostegno: le criticità segnalate dai farmacisti

Il sondaggio della Pda evidenzia altre problematiche legate all’implementazione del servizio. Oltre alla mancanza di risorse umane aggiuntive, il 65% degli intervistati ha dichiarato di non aver avuto tempo sufficiente per completare la formazione essenziale necessaria per erogare i servizi di Pharmacy First. Nonostante queste difficoltà, il 69% dei partecipanti al sondaggio si è detto favorevole al mantenimento del programma, mentre il 68% ne sostiene l’espansione, purché vengano garantite alcune condizioni di supporto.

Secondo l’indagine, l’81% dei farmacisti ritiene indispensabile la possibilità di effettuare segnalazioni elettroniche ai medici di base nei casi in cui i pazienti presentino sintomi critici (red-flag symptoms) o non rientrino nei criteri di trattamento della farmacia. Inoltre, il 76% degli intervistati ha sottolineato la necessità di disporre di ore dedicate per la formazione prima dell’introduzione di nuovi percorsi clinici, mentre il 75% ha richiesto un aumento del numero di collaboratori qualificati.

Le richieste della professione per il futuro del servizio

Commentando i risultati del sondaggio, Jay Badenhorst, direttore della Pda, ha affermato: «I nostri membri hanno suggerito diversi miglioramenti per affrontare la crescente domanda e migliorare l’esperienza del paziente. Tra questi, garantire livelli di personale adeguati durante tutto l’orario di apertura e prevedere tempo protetto per la formazione prima di lanciare nuovi servizi o ampliare quelli esistenti».

Parallelamente, la Company Chemists’ Association (Cca) ha pubblicato un rapporto per il primo anniversario del programma, sottolineando il potenziale di Pharmacy First nel trasferire fino a 40 milioni di visite dagli ambulatori dei mmg alle farmacie. La Cca ha chiesto un ampliamento delle condizioni trattabili e l’integrazione delle competenze per la prescrizione indipendente (Independent prescribing), laddove disponibili. Il suo amministratore delegato, Malcolm Harrison, ha dichiarato: «È chiaro che Pharmacy First sta funzionando, ma il NHS deve ora accelerare e ampliare il servizio per migliorare l’accesso alle cure primarie».

Tuttavia, permangono criticità operative. Community Pharmacy England ha denunciato problemi informatici, una campagna di comunicazione inefficace da parte del Nhs e basse percentuali di invio da parte dei medici di base, tutti fattori che hanno ostacolato il raggiungimento delle soglie di rimborso mensili. Secondo un’analisi del 2024, circa 150mila richieste settimanali che avrebbero potuto essere gestite attraverso Pharmacy First sono state dirottate altrove, sottraendo oltre 115 milioni di sterline di finanziamenti alla rete delle farmacie.

Nonostante queste difficoltà, il governo britannico ha confermato l’intenzione di «massimizzare l’approccio Pharmacy First» nell’ambito della cura delle patologie di orecchio, naso e gola, con l’obiettivo di ridurre le liste d’attesa ospedaliere e trasferire sempre più prestazioni verso il territorio. Resta ora da vedere se le richieste dei farmacisti verranno accolte per garantire un servizio sostenibile e adeguatamente supportato.