Pollice verso della Cnam, la cassa mutua francese, sulla proposta delle farmacie del territorio perché all’onorario professionale si aggiunga la remunerazione del recapito a domicilio dei farmaci. La richiesta, sostenuta da Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine) e Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France) scaturisce dal vertiginoso aumento delle consegne a pazienti disagiati o in isolamento di cui le farmacie si stanno facendo carico: secondo Gilles Bonnefond, presidente dell’Uspo, le consegne domiciliari arrivano in molti casi alle 30 al giorno; per Philippe Besset, presidente della Fspf, ci sono tutte le condizioni per trasformare questo servizio in una prestazione remunerata.
Collegati in teleconferenza con il direttore generale della Cnam, Nicolas Revel, i sindacati hanno chiesto ieri di retribuire le farmacie con la stessa tariffa riconosciuta per la spedizione di una ricetta nei giorni festivi, ossia 5 euro a recapito. Ma dalla cassa-malattia è arrivato un no secco che ha lasciato deluse le due organizzazioni. «Un’occasione persa» ha commentato Bonnefond, che al Quotidien du pharmacien annuncia il prossimo avvio di un’indagine tra i farmacisti per dare conto delle dimensioni del servizio e delle difficili condizioni in cui viene assicurato.
Non getta la spugna neanche Besset: «Quello del recapito domiciliare è un servizio che ha tutte le ragioni per esistere, l’attualità lo dimostra». La Fspf, quindi, promette che ripresenterà la proposta non appena l’emergenza da covid-19 sarà rientrata, con l’obiettivo di inserire il servizio nel contratto nazionale delle farmacie.