Durante il lockdown due farmacie francesi su tre hanno assicurato ai propri pazienti il recapito a domicilio dei farmaci. Lo riferisce un sondaggio della Société française de pharmacie clinique (Sfpc), che sul tema ha insediato un gruppo di lavoro per definire un documento di linee guida a uso e consumo dei farmacisti titolari. L’obiettivo, come riferisce un articolo del Quotidien du pharmacien, è quello di dettare una serie di indicazioni che assicurino un servizio efficiente e davvero utile. «La visita domiciliare» spiega Eric Ruspini, tesoriere della Sfpc «dovrebbe offrire al farmacista l’occasione per una verifica dei trattamenti in chiave clinica, ma anche per individuare eventuali punti critici rispetto all’ambiente di vita». Il documento, inoltre, proporrà anche una “checklist” delle informazioni da raccogliere alla richiesta del servizio, come eventuali codici al citofono o alla porta o la presenza di cani in cortile o nell’abitazione.
Ruspini raccomanda anche il ricorso a sedute di debriefing tra team della farmacia e corriere al ritorno dal giro delle consegne: i farmaci sono stati consegnati direttamente al paziente o a un caregiver? Ci sono osservazioni o richieste da riferire? «L’erogazione a domicilio» osserva Ruspini «deve rispettare la stessa attenzione per la qualità del servizio che c’è in farmacia». Il servizio di recapito domiciliare sarà una delle novità che verranno trattate nella nuova convenzione tra farmacie e assicurazione sanitaria, le cui trattative partiranno con il nuovo anno.