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Regno Unito: il governo annuncia l’abolizione del Servizio sanitario inglese

15 Marzo 2025

Il governo britannico guidato dal primo ministro Keir Starmer ha annunciato una radicale riforma del Servizio sanitario nazionale che prevede l’abolizione di Nhs England, l’organismo che dal 2013 gestisce l’assistenza sanitaria inglese (nel Regno Unito ogni nazione ha il proprio sistema assistenziale). L’obiettivo dichiarato è riportare la gestione sotto il controllo dell’amministrazione pubblica, riducendo la burocrazia e destinando più risorse ai servizi di prima linea.

Le ragioni della riforma

Il governo ha motivato la decisione con la necessità di eliminare la sovrapposizione amministrativa tra il Dipartimento della salute e dell’assistenza sociale (Dh, Department of Health and Social Care) e Nhse, che ha contribuito a un sistema inefficiente e poco trasparente. Secondo il ministro della Salute Wes Streeting, la riforma rappresenta «l’ultima spallata al fallimentare riassetto del 2012, che ha portato ai tempi di attesa più lunghi, alla minore soddisfazione dei pazienti e al sistema più costoso nella storia del Nhs».

Starmer ha sottolineato che il cambiamento permetterà di «liberare il Nhs dalla burocrazia», dando più potere ai leader locali per adattare i servizi sanitari alle esigenze delle comunità. Inoltre, ha ribadito la necessità di dirottare le risorse verso «infermieri, medici e le attività come operazioni chirurgiche e appuntamenti con il medico di base» anziché spenderle in amministrazione e burocrazia.

Le linee guida della riforma

Il piano prevede il trasferimento di molte delle attuali competenze di Nhse direttamente al Dh, che acquisirà un ruolo centrale nella gestione della sanità pubblica. Contestualmente, il numero di dipendenti sia del Dh che di Nhse sarà dimezzato, con l’obiettivo di reinvestire nei servizi sanitari di base.

Un altro elemento chiave è il rafforzamento dell’assistenza primaria, con investimenti nel settore delle farmacie del territorio. La Npa (National pharmacy association) ha accolto con favore l’iniziativa, evidenziando che l’abolizione di Nhse «non deve ostacolare il rafforzamento della rete farmaceutica» e il governo deve agire rapidamente per evitare ulteriori chiusure di farmacie.

La nuova struttura prevede anche la creazione di un direttore medico nazionale per l’assistenza primaria e un maggiore coinvolgimento delle autorità locali nella gestione della sanità. I Sistemi integrati di cura (Icb, Integrated Care Boards) acquisiranno più autonomia nella gestione dei fondi e dei servizi, con un focus sulle vaccinazioni e la prevenzione.

Reazioni e sfide future

L’annuncio ha suscitato reazioni contrastanti. Se da un lato alcuni rappresentanti del settore farmaceutico, come la Company chemists’ association (Cca), vedono la riforma come un’opportunità per semplificare i processi decisionali e garantire maggiori risorse alle farmacie, altri esprimono preoccupazione per l’impatto sui lavoratori e sulle strutture sanitarie. Il direttore dell’Associazione per la difesa dei farmacisti (Pda, Pharmacists’ defence association) ha sottolineato che «un cambiamento così drastico avrà ripercussioni su tutta la pratica farmaceutica e sul lavoro di migliaia di professionisti».

Nel frattempo, la transizione sarà guidata da Sir James Mackey e dalla dottoressa Penny Dash, che dovranno garantire la stabilità del sistema durante il passaggio al nuovo assetto. Resta da vedere se il riordino burocratico sarà sufficiente per risolvere le criticità croniche del Nhs, tra cui i lunghi tempi di attesa e le difficoltà di accesso ai servizi sanitari. Secondo alcuni osservatori, la vera sfida sarà trasformare le intenzioni in risultati concreti per pazienti e operatori sanitari.