Più del 90% dei farmacisti inglesi che lavorano per Boots vuole essere rappresentato dalla Pda (Pharmacists defence association), il principale sindacato di categoria. E’ l’esito del voto indetto cinque settimane fa per consentire ai collaboratori della catena inglese di scegliere la sigla che dovrà tutelarli ai tavoli negoziali. Ha votato per la Pda il 92,4% dei 3.200 farmacisti che si sono recati alle urne (sui 6.500 impiegati in Boots), per un quorum (47,5%) che supera di sette punti la soglia minima richiesta (40%). La consultazione è la diretta conseguenza di un altro voto, risalente al maggio dell’anno scorso, con cui il personale laureato della catena aveva “sfiduciato” la Bpa, Boots pharmacists association, il sindacato “interno” dei farmacisti. A giorni il Central arbitration committee (Commissione centrale di arbitrato) dovrebbe annullare l’accordo convenzionale tra Bpa e Boots, che dovrà ora riconoscere la rappresentatività della Pda
«Il nostro obiettivo» ha dichiarato John Murphy, segretario generale della Pharmacists defence association «è sempre stato, e sempre lo sarà, quello di ottenere risultati che rispettino l’interesse dei farmacisti di Boots. Non smetteremo mai di lavorare per i nostri associati li terremo costantemente informati dei nostri prossimi passi. Continuo a invitare il management di Boots a lavorare con noi per il bene dei loro dipendenti e del gruppo nel suo insieme. Il Pda attende con impazienza il momento in cui i vertici di Boots accetteranno di collaborare con noi come legittima voce indipendente dei propri farmacisti». E’ da otto anni, ricorda ancora la Pda, che l’associazione chiede a Boots di essere riconosciuta e ammessa ai tavoli di contrattazione aziendale, senza successo.