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Regno Unito, in tre anni segnalazioni di carenze dai produttori +67%

13 Marzo 2024

Tra il 2021 e il 2023, sono aumentate del 67% le segnalazioni inviate al governo inglese dalle aziende farmaceutiche su potenziali problemi nell’approvvigionamento dei medicinali. A rivelarlo un articolo del Pharmaceutical Journal, la rivista della Royal pharmaceutical society, che cita dati provenienti dal Dipartimento per la sanità e l’assistenza sociale. Nel 2023, dicono le rilevazioni, sono state ricevute 137 notifiche al mese di potenziali carenze, quando nel 2021 la media era di 82 al mese.

Le segnalazioni, spiega la testata, sono state effettuate tramite il portale Dash dove le aziende produttrici comunicano dall’ottobre 2020 interruzioni delle forniture e carenze. Per legge, le industrie sono tenute a fornire informazioni su acquisto, approvvigionamenti, prezzi e disponibilità dei medicinali, comprese eventuali carenze o indisponibilità.

«Il numero di carenze è circa il doppio rispetto a un anno fa, quindi c’è stato un aumento costante» ha commentato alla rivista Mark Samuels, amministratore delegato della British generic manufacturers association, l’organizzazione dei produttori di generici «il segnale di fondo è che nel Regno Unito abbiamo bisogno di un contesto politico più favorevole: occorre che la Mhra (l’Aifa inglese, ndr) autorizzi i nuovi generici e biosimilari senza l’enorme ritardo che c’è oggi, ma va anche considerato che l’accordo commerciale che abbiamo con l’Ue rappresenta un ostacolo per l’industria nazionale: con l’intesa, infatti, se il farmaco è prodotto nell’Unione europea può essere esportato nel Regno Unito, se è prodotto nel Regno Unito non può essere esportato nell’Ue».

Per Claire Anderson, presidente della Royal pharmaceutical society, l’aumento del numero di segnalazioni «coincide con l’esperienza sul campo dei nostri farmacisti, che devono dedicare sempre più tempo all’approvvigionamento dei medicinali quando invece dovrebbero spenderlo con i pazienti». Anderson, di conseg8uenza, rinnova la sua richiesta per una serie di interventi legislativi che snelliscano l’attività delle farmacie, come per esempio «consentire ai farmacisti del territorio di adeguare le prescrizioni per fornire ai pazienti quantità, dosaggi o formulazioni diverse da quelle prescritte anche senza contattare ogni volta il medico».

Secondo un sondaggio condotto dal Pharmaceutical Journal nel giugno dell’anno scorso, su 1.578 farmacisti del Regno Unito il 57% riteneva che negli ultimi sei mesi la carenza di medicinali avesse messo a rischio la sicurezza dei pazienti.