Sconti sulle prescrizioni provenienti dal servizio Pharmacy First, un Cup centralizzato che coinvolga anche le farmacie, un unico gruppo di acquisto nazionale che negozi con l’industria per strappare prezzi più convenienti. Sono delle proposte già raccolte dalla consultazione lanciata lunedì scorso (21 ottobre) dal dipartimento della Sanità inglese per raccogliere idee e progetti sulla riforma del Nhs.
La consultazione, rivolta agli operatori del settore così come al grande pubblico, resterà aperta fino all’inizio del 2025 e le risposte raccolte saranno utilizzate per delineare un piano decennale, da lanciare entro la primavera, volto a risolvere i problemi strutturali del sistema sanitario britannico. In pochi giorni, scrive la rivista Chemist&Druggist, sono già arrivate oltre 6.500 proposte, molte delle quali riguardano il ruolo e il funzionamento delle farmacie.
Tra le idee più rilevanti, c’è quella che ipotizza una sorta di piattaforma Cup nazionale, che i pazienti potrebbero interrogare indicando semplicemente i sintomi di cui soffrono; in risposta, riceverebbero una lista delle disponibilità di medici e farmacie, tra i quali scegliere il professionista cui chiedere una visita.
Un’altra proposta riguarda l’istituzione di una “farmacia nazionale”, che entrerebbe in gioco qualora le farmacie locali non fossero in grado di reperire i farmaci richiesti da un paziente: questa “super-farmacia”, in sostanza, dovrebbe assicurare il reperimento dei medicinali indisponibili e inviarli direttamente al paziente, evitandogli così laboriose e faticose ricerche.
La centralizzazione torna anche nelle proposte avanzate da alcuni per calmierare il costo dei farmaci: l’idea, in sintesi, è quella di istituire un gruppo di acquisto nazionale che possa negoziare con l’industria prezzi più competitivi, superando i limiti delle attuali aggregazioni, che hanno dimensioni soltanto regionali. In tal modo, osservano alcuni, si snellirebbe anche il lavoro dei farmacisti, che spesso devono spendere molto tempo nella ricerca dei fornitori.
Sempre in tema di carenze, alcuni propongono di consentire ai farmacisti di modificare le prescrizioni riguardo ai dosaggi in base a quel è in quel momento la disponibilità di scorte. Questo, è la tesi, consentirebbe una gestione più flessibile delle forniture senza compromettere la qualità del servizio.
Altri invece, caldeggiano un allentamento delle regole del servizio farmaceutico, sempre allo scopo di ridurre l’impatto delle indisponibilità: se si rimuovesse l’obbligo della ricetta per gli antibiotici, per esempio, si eviterebbero inutili passaggi dal medico e i pziuernti avrebbero la possibilità di iniziare prima i trattamenti.
Un’altra proposta, diretta a spingere gli assistiti a recarsi in farmacia prima di rivolgersi al medico e intasare così le sale di attesa, è quella che suggerisce agevolazioni e sconti sulle ricette (in Inghilterra gli assistiti pagano un ticket di circa 11 euro per ogni farmaco prescritto in regime convenzionato). Le risorse con cui finanziare questo intervento, ipotizza l’autore della proposta, potrebbero essere ricavate dai risparmi che deriverebbero dalla riduzione delle visite ai mmg.
Infine, c’è chi propone di modificare il servizio 111 (l’equivalente del nostro 118), in modo che sia possibile parlare subito anche con un farmacista, per ricevere consigli più qualificati sui farmaci.
Intanto Paul Rees, amministratore delegato della National pharmacy association (Npa), ha avvertito che quando il piano decennale vedrà la luce, nella primavera del 2025, molte farmacie potrebbero già essere state costrette a chiudere per insostenibilità finanziaria. Tase Oputu, presidente della Royal pharmaceutical society per l’Inghilterra, ha aggiunto che il piano sanitario decennale dovrà considerare come i farmacisti possano essere messi nelle condizioni di supportare al meglio l’uso dei farmaci all’interno del sistema sanitario.