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Scozia, rottura tra governo e farmacie sul finanziamento del servizio

31 Maggio 2023

Community Pharmacy Scotland (Cps, il sindacato delle farmacie territoriali scozzesi) ha rifiutato la proposta di finanziamento avanzata dal governo di Edimburgo per l’anno 2023/2024. I negoziati, spiega in una nota l’organizzazione di categoria, si protraevano dal settembre dell’anno scorso e sono stati «in gran parte improntati alla collaborazione», ma negli ultimi mesi i colloqui sul finanziamento delle farmacie si erano «allontanati dalle tradizionali modalità di ingaggio, con l’intervento di ambienti di governo cui Cps non ha alcun accesso».

Il consiglio di amministrazione di Cps, riferisce in un articolo il Pharmaceutical Journal, ha respinto all’unanimità l’offerta del governo perché insufficiente a sostenere i principali servizi che le farmacie scozzesi hanno offerto durante la pandemia e dopo. Amanda Rae , responsabile Politica e sviluppo del Cps, ha dichiarato alla rivista che «il finanziamento messo sul piatto quest’anno mina gli sforzi fatti negli anni passati per sviluppare il servizio e mette a rischio tutto ciò per cui abbiamo lavorato. Se non arriva un’offerta migliore la discussione dovrà necessariamente spostarsi sulle prestazioni che andranno cancellate, un’ipotesi che preferiremmo non prendere in considerazione».

Il finanziamento concordato per il 2020/2021 e destinato alla remunerazione delle farmacie ammontava a 188 milioni di sterline (circa 217 milioni di sterline), con una rivalutazione del 2,5% negli anni successivi fino al 2022/2023. Incluso il finanziamento aggiuntivo per il programma “Pharmacy First” sui piccoli disturbi da trattare in farmacia, lo stanziamento assegnato nel primo anno dell’accordo ammontava a 258 milioni di sterline (poco meno di 300 milioni di euro).

Nella dichiarazione in cui annunciava di avere rifiutato l’offerta economica del governo, il Cps ha ricordato le «gravi difficoltà finanziarie» in cui versano le farmacie scozzesi. «Sappiamo che alcune di loro aprono prestiti soltanto per pagare i salari» scrive il sindacato «è una situazione che non può continuare. Con il contratto del 2020, le farmacie hanno erogato oltre 5 milioni di consulenze “Pharmacy First”, cui vanno aggiunti 9 milioni di farmaci con ricetta dispensati ogni mese».

Senza finanziamenti adeguati, conclude il Cps, «i nostri piani per sviluppare ulteriormente il servizio dovrebbero essere rivisti e le prestazioni rinegoziate in base alle risorse disponibili. Nessuno lo vuole, men che meno i nostri associati».