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Semaglutide e pensieri suicidari, nuovo studio esclude correlazioni

26 Marzo 2025

Gli agonisti del recettore Glucagon-like peptide-1 (GLP-1RAs) come dulaglutide e semaglutide non sono associati a un aumento del rischio di propositi suicidari o autolesionistici nei pazienti con diabete di tipo 2. È la conclusione cui giunge uno studio pubblicato dal British Medical Journal che indaga sugli eventuali effetti avversi correlabili al consumo di questi farmaci.

L’indagine ha confrontato due coorti di pazienti: la prima comprendeva 36.082 utilizzatori di GLP-1RAs e 234.028 utilizzatori di inibitori della dipeptidil peptidasi-4 (DPP-4) tra il 2007 e il 2020; la seconda includeva 32.336 utilizzatori di GLP-1RAs e 96.212 utilizzatori di inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT-2) tra il 2013 e il 2020. In entrambe le coorti, l’uso di GLP-1RAs non è risultato associato a un aumento del rischio di suicidabilità rispetto agli altri gruppi di farmaci. ​

In una fase iniziale, le analisi grezze avevano fatto sospettare un’associazione tra l’uso di GLP-1RAs e un aumento dell’incidenza di propositi suicidari. Tuttavia, questo rischio è diminuito fino a diventare nullo dopo aver tenuto conto dei fattori confondenti, suggerendo che tali fattori potrebbero aver influenzato i risultati iniziali. ​

Questi risultati, concludono i ricercatori, forniscono rassicurazioni sulla sicurezza psichiatrica degli agonisti del recettore GLP-1 nei pazienti con diabete di tipo 2, indicando che non vi è un aumento del rischio di ideazione suicidaria, autolesionismo o suicidio associato al loro uso.