Il numero di antibiotici dispensati dalle farmacie gallesi ai pazienti affetti da mal di gola è più che raddoppiato durante la fase più calda della pandemia, quando i consulti avvenivano in gran parte a distanza e non era possibile effettuare il test di controllo sull’origine virale o batterica dell’infezione. E’ quanto rivela uno studio pubblicato dal Journal of Antimicrobial Chemotherapy e ripreso ieri in un articolo dal Pharmaceutical Journal.
Dal 2018, spiega la rivista, tutte le farmacie gallesi aderiscono al servizio Sore throat test and treat (Sttt): ai pazienti che si presentano al banco lamentando un mal di gola, il farmacista propone un tampone antigenico rapido per determinare se l’infezione è batterica o virale; in quest’ultimo caso, all’assistito vengono forniti consigli sul trattamento dei sintomi, in caso di infezione batterica (come lo streptococco di gruppo A) il farmacista è autorizzato a prescrivere un antibiotico.
Dal marzo 2020, a causa della pandemia, il servizio è stato temporaneamente sospeso e i farmacisti sono stati autorizzati a fornire antibiotici dopo un semplice consulto, anche a distanza, senza test rapido preliminare ma sulla sola base dei sintomi riportati. Risultato, se tra novembre 2018 e settembre 2019 soltanto il 27% dei pazienti che hanno usufuito del servizio Sttt hanno ricevuto un antibiotico, tra novembre 2020 e maggio 2021 la quota è aumentata al 63%.
«I dati di questo studio» commentano i ricercatori «suggeriscono che i farmacisti del territorio hanno la propensione a dispensare l’antibiotico quando fanno riferimento ai soli sintomi clinici e non si avvalgono del supporto di un test rapido».
Come ricorda il Pharmaceutical Journal, le linee guida del Nice (l’Istituto nazionale per la salute e l’eccellenza nell’assistenza) non raccomandano il ricorso al test rapido per individuare le infezioni da streptococco A nel setting delle cure primarie, perché le prove della loro efficacia sono limitate. Tuttavia, per i suoi autori lo studio aggiunge nuove evidenze all’uso degli antigenici nelle farmacie del territorio. La ricerca arriva a pochi giorni dalla pubblicazione su The Lancet di un’analisi che stima in 1,3 milioni i decessi registrati nel 2019 e direttamente attribuibili alla resistenza antimicrobica batterica.