Sta suscitando polemiche al calor bianco la recente riclassificazione con cui l’agenzia del farmaco svizzera (Swissmedic) ha rimosso l’obbligo della ricetta medica per un centinaio di farmaci, passati nella classe dei prodotti da banco. Lo “switch” fa parte di una più generale riorganizzazione del prontuario, commissionata all’agenzia dal Consiglio federale allo scopo di agevolare automedicazione e accesso al farmaco. Ne è risultata una semplificazione che ha ridotto la classificazione da cinque a quattro fasce (A, con prescrizione medica o veterinaria; B, con prescrizione medica o veterinaria ma dispensabili in farmacia anche senza ricetta; D, dispensabili senza ricetta ma previa consulenza del farmacista o altri; E, dispensabili senza ricetta e senza consulenza specialistica), ma alla fine soltanto un quinto dei 540 medicinali sottoposti a revisione da Swissmedic è finita nella classe E. «La maggior parte dei farmaci esaminati» ha spiegato l’agenzia «non si presta al self-service. Si tratta infatti di prodotti indicati per malattie che richiedono una consulenza specialistica: non sempre il cittadino è in grado di valutare il quadro clinico e la consulenza specialistica appare necessaria affinché il medicinale venga usato correttamente».
Tra i farmaci rimasti fuori dalla riclassificazione, in particolare, ci sono analgesici e antipiretici, ossia le categorie che di recente alcuni colossi della distribuzione organizzata come Migros avevano chiesto di poter vendere sui loro scaffali. Esattamente come in Italia, le insegne della gdo hanno motivato le loro rivendicazioni con i prezzi: in Svizzera, i farmaci contro il raffreddore o la cervicale costano anche il doppio della Germania, dove questi medicinali sono in libera vendita.
Così, una volta che Swissmedic ha ufficializzato la riorganizzazione, sono subito esplose le polemiche. Migros ha accusato l’agenzia di «non agire in modo indipendente» e favorire gli interessi dell’industria. I produttori hanno immediatamente smentito, ma il consigliere della Camera dei cantoni, Ruedi Noser, ha esteso l’accusa di lobbismo alle farmacie e ha presentato una mozione che chiede di rivedere le conclusioni di Swissmedic. In campo anche le associazioni dei pazienti come Consumer Protection, che ha espresso delusione per le scelte dell’agenzia e ha chiesto interventi più decisi sui prezzi.