Ci sono anche gli operatori sanitari tra le categorie che gli Stati Ue dovrebbero considerare prioritarie quando cominceranno a diventare disponibili le prime forniture di vaccino anti-covid. La raccomandazione arriva direttamente dalla Commissione europea, che ieri ha sottoposto ai governi dell’Unione un documento d’indirizzo per orientare le strategie vaccinali dei singoli Paesi. «Durante le fasi iniziali e prima che la produzione possa essere incrementata» avverte in particolare Bruxelles «il numero complessivo delle dosi sarà limitato», dunque gli Stati membri «avranno accesso ai vaccini in base al numero dei loro abitanti». Dovrebbero quindi essere loro cura individuare le categorie da sottoporre a profilassi in via prioritaria, tra le quali – oltre agli operatori sanitari – la Commissione Ue cita gli ultra60enni, le persone particolarmente a rischio a causa delle loro condizioni di salute, i lavoratori essenziali, gli individui impossibilitati a osservare il distanziamento sociale e i gruppi socioeconomici più svantaggiati.
Da Bruxelles poi arrivano anche indicazioni di carattere organizzativo: gli Stati, dice il documento, dovranno assicurare «la capacità dei servizi di vaccinazione, anche cpme disponobilità di forza lavoro qualificata e di dispositivi medici e di protezione», un accesso ai vaccini «agevole e dal costo contenuto», la loro distribuzione «con caratteristiche ed esigenze di stoccaggio e trasporto diverse», una comunicazione chiara «sui benefici, i rischi e sull’importanza dei vaccini, per rafforzare la fiducia del pubblico».
«Un vaccino sicuro ed efficace» dichiara Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea «è la nostra arma migliore per sconfiggere il coronavirus e tornare alla vita normale. Ci siamo fortemente impegnati per concludere accordi con le aziende farmaceutiche e garantire un determinato numero di dosi. Ora dobbiamo assicurarci che l’arrivo di un vaccino ci trovi pienamente preparati a diffonderlo. La nostra strategia di vaccinazione aiuta i Paesi Ue a predisporre le loro campagne di vaccinazione».