Il servizio sanitario inglese sta lavorando a un progetto pilota diretto a collocare i farmacisti ospedalieri anche nelle farmacie del territorio. A riferire della notizia un articolo pubblicato ieri dal Pharmaceutical Journal, che cita fonti interne al Psnc (Pharmaceutical services negotiating committee, il comitato che negozia per conto delle farmacie i rinnovi contrattuali con la sanità pubblica): il progetto, scrive la rivista, è stato discusso nella riunione trimestrale del Comitato del 7 febbraio scorso, dove si è parlato di come integrare le farmacie del territorio nei Pnc (Primary care network), le reti dell’assistenza primaria in cui è organizzata la medicina di famiglia inglese.
Il Psnc, in particolare, si è detto disponibile a collaborare con il servizio sanitario nazionale per definire la cornice in cui inquadrare la presenza di un “clinical pharmacist” nelle farmacie del territorio. All’origine del progetto, scrive la rivista inglese, c’è il nuovo contratto quinquennale tra Nhs e medici di famiglia, in vigore da questo gennaio, che assegna quest’anno a ogni Primary care network 38mila sterline (circa 44mila euro) per assumere un farmacista ospedaliero. L’obiettivo è quello di dotare ogni Pcn di 5-7 clinical pharmacist entro il 2024, che potrebbero prestare la propria opera professionale anche nelle farmacie del territorio. James Kingsland, presidente della National association of primary care (associazione nazionale delle cure primarie) ha commentato dicendo che i farmacisti in servizio nei Pcn sono nella posizione migliore per collaborare con le farmacie.