Le difficoltà economiche con cui devono fare i conti molte farmacie britanniche a causa dei tagli governativi ai finanziamenti sarebbero all’origine di un incremento dei contenziosi salariali tra farmacista collaboratore e titolare. In inglese si chiama «wage theft», furto dello stipendio, e secondo la Pharmacy defence association (Pda), il più importante sindacato dei dipendenti di farmacia, le segnalazioni provenienti dagli iscritti e gli interventi a loro sostegno sono in crescita da diversi mesi.
La casistica, come riporta un articolo di Chemist&Druggist, comprende ferie non godute, ore di lavoro non remunerate o sottoretribuite e straordinari non pagati. Soltanto nel 2023, riporta la Pda, sono state recuperate 65mila sterline (circa 75mila euro) di stipendi illecitamente negati ai cosiddetti locum, i farmacisti a chiamata con partita iva.
«È inaccettabile che i farmacisti debbano lottare per ricevere ciò che è legittimamente dovuto, in particolare in questo momento in cui il costo della vita è particolarmente alto» ha detto il segretario generale della Pda, Mark Pitt. Gli obblighi legali e contrattuali, ha continuato, «devono essere onorati anche quando il titolare è sotto pressione finanziaria». Ma il furto di stipendi non è un fenomeno che riguarda soltanto i collaboratori di farmacia indipendente: il sindacato, infatti, ha rivelato di avere avviato cause per «detrazione illegale degli stipendi» anche contro il Servizio sanitario nazionale e alcune catene.
Tra le vittime di tali irregolarità ci sono spesso anche i farmacisti tirocinanti, ai quali vengono richiesti straordinari senza retribuzione aggiuntiva oppure vengono imposte trattenute ingiustificate. «I tirocinanti possono sentirsi più vulnerabili nella tutela dei propri diritti lavorativi perché il supervisore in farmacia è colui che poi dovrà dire se la formazione è stata superata con successo» ricorda Pitt «e questa persona potrebbe essere il loro manager o il datore di lavoro». Di recente, riferisce Chemist&Druggist, un sondaggio aveva raccolto le proteste di numerosi tirocinanti che lamentavano irregolarità nella retribuzione ricevuta o nell’attività di formazione.