Negli ultimi 10 anni si contano venti segnalazioni alle autorità governative da parte dei medici legali inglesi (coroner) per problemi riguardo alla normativa sulle farmacie online. È quanto denuncia in un articolo la rivista The pharmaceutical journal, che ha effettuato una ricerca con le parole “internet” e “online pharmacy” nei rapporti per la Prevenzione degli eventi fatali redatti tra il luglio 2013 e il marzo 2023.
Questi rapporti, previsti per legge, vengono inviati ogni volta che un medico legale ravvisa l’urgenza di un intervento da parte delle autorità per prevenire incidenti o morti evitabili. Le preoccupazioni sollevate nei venti report selezionati dal Pharmaceutical journal fanno riferimento al rischio che molti farmaci con obbligo di ricetta – dagli oppioidi all’acetilfentanil, dalla cosiddetta pillola dietetica (2,4-dinitrofenolo) alla codeina – siano «liberamente commercializzati sul web», senza «alcuna regolamentazione».
Due coroner, in particolare, avvertono che le vite delle persone fragili sono a rischio in quanto «non viene assicurata loro alcuna protezione» prima di un acquisto online di farmaci. Un altro medico legale paventa l’eventualità di ulteriori decessi «se il governo non prende provvedimenti per controllare e chiudere i siti wWeb» che vendono farmaci pericolosi in assenza di ricetta.
Nel 2022, riferisce ancora la rivista inglese, un coroner segnala mancanza di chiarezza riguardo «a quale organizzazione o dipartimento pubblico debba avere la responsabilità del monitoraggio» dei siti web che commercializzano farmaci.
A questi rapporti il governo ha risposto più volte elencando le misure adottate per contrastare il contrabbando di farmaci da internet. Tra queste, l’attuazione della Direttiva europea sulla contraffazione dei medicinali, che obbliga i Paesi membri a «registrare i rivenditori online di farmaci e certificarli con un logo Ue». Ma queste norme, osserva The Pharmaceutical journal, non sono più applicate da quando il Regno Unito è uscito dall’Unione europea, nel gennaio 2020: ora la registrazione è soltanto volontaria ed è gestita dal General pharmaceutical council (Gphc).
In risposta a una segnalazione, il ministero dell’Interno ha affermato di avere disposto la chiusura del sito web che nel 2014 vendette benzodiazepine senza ricetta a un giovane poi deceduto per overdose. Tuttavia, osserva la rivista, attualmente quel sito (con sede in Pakistan) è tornato a commercializzare illegalmente medicinali vietati, come diazepam e tramadolo.
Più di recente, nel febbraio scorso, il coroner del distretto di Greater Manchester North, Catherine McKenna, ha scritto al segretario per la Salute Steve Barclay per segnalare il caso di una donna che ha potuto acquistare farmaci a base di propranololo per sette volte in quattro diverse farmacie online. «In ogni occasione, Ania aveva compilato un questionario online in cui rifiutava il consenso al medico prescrittore della farmacia perché condividesse le informazioni con il suo medico di famiglia». Se ne deduce, scrive il coroner «che è attualmente possibile ottenere quantità eccessive di farmaci semplicemente effettuando più ordini su diverse farmacie online».