Nelle farmacie britanniche le aggressioni al personale sono sempre più frequenti e così Knights Pharmacy, catena inglese di 98 esercizi tra Inghilterra e Galles, ha deciso di fornire guardie e consulenti per la security ai suoi punti vendita più “turbolenti”. A marzo, riferisce un articolo della rivista Chemist&Druggist, questi addetti hanno preso servizio in due filiali della catena e, assicura il direttore della Knights Pharmacy di Dudley, Mo Kolia, gli effetti si sono visti: in un esercizio le aggressioni verbali e fisiche si sono interamente azzerate, al punto che il vigilantes in servizio è stato spostato nell’altra sede, dove invece la situazione rimane critica.
La farmacia, osserva Kolia, «dovrebbe essere un ambiente accogliente, ma il nostro personale ha paura e allora non ci è rimasta altra scelta. Il Governo avrebbe dovuto intervenire sul problema molto più rapidamente».
Secondo Kolia è difficile spiegare perché siano aumentati soprusi e violenze verso il personale della farmacia, però è certo che la crescente carenza di farmaci ha avuto il suo peso. Anche le sempre più lunghe liste d’attesa da superare per essere visitati dal medico di famiglia accrescono lo stress degli assistiti e generano attriti al banco, ha aggiunto il farmacista.
Con la pandemia, continua Kolia, sarebbe statio logico attendersi maggiore apprezzamento per quanto fatto dalle farmacie, che sono rimaste aperte e hanno garantito il servizio per tutto il periodo di emergenza. Invece, oltre a un incremento degli abusi verbali e fisici ai danni del personale, sono aumentate anche le richieste di consulto psicologico (un servizio che la catena offre dal 2020) da parte dei farmacisti collaboratori, per stress o esaurimento nervoso.
«Il problema più grande» ha sottolineato Kolia «è quello di avere una forza lavoro che non è solo esaurita, ma anche mentalmente in difficoltà. Momnti colleghi non se ne rendono conto e soffrono in silenzio».