E’ allarme, nel Regno Unito, per il crescente numero di errori – in alcuni casi addirittura fatali – commessi dai farmacisti abilitati a prescrivere farmaci. A sollevare il problema, come riferisce un articolo del Pharmaceutical Journal, è la Pharmacist’ defence association, l’organizzazione non profit che fornisce tutela legale e sindacale a chi pratica la professione. Con il crescere dei farmacisti abilitati a prescrivere farmaci, spiega la Pda, sono aumentatigli «incidenti» da decisioni inappropriate che coinvolgono i Pip (Pharmacist independent prescribers) in servizio negli ambulatori dei medici di famiglia.
«Alcuni di questi casi» spiega la Pda in una dichiarazione «sono causati dal farmacista che prescrive in modo inappropriato oppure fornisce consigli insufficienti, spesso sulla base di conoscenze infondate o competenze inadeguate». Non è mai inutile ripetere, continua la Pda, che ogni professionista «deve avere sempre presente quali siano la sua esperienza e capacità quando deve prescrivere o compiere scelte di carattere clinico».
Questi stessi concetti tornano nella guida che la Pda ha realizzato e diffuso nei giorni scorsi allo scopo di aiutare e orientare i farmacisti prescrittori. La pubblicazione, in particolare, avverte sui rischi connessi ad alcune situazioni come la prescrizione a distanza, cioè a pazienti che non sono fisicamente presenti nell’ambulatorio; la prescrizione verso assistiti dei quali non si dispone di cartella clinica e infine la prescrizione per persone che richiedono prestazioni occasionali.
Inoltre, raccomanda la guida, sarebbe opportuno che i Pip chiedano un parere a un medico di famiglia o a un collega esperto prima di prescrivere un nuovo farmaco in sostituzione del precedente che risulta indisponibile. «Se stai per prescrivere un farmaco per la prima volta» recita la guida «dovresti usare particolare cautela, anche se hai già fornito a diversi altri pazienti quello stesso medicinale».