Il direttore generale di Teva Uk, Kim Innes, ha scritto il 20 ottobre al segretario di Stato per la salute e gli affari sociali del Regno Unito, Steve Barclay, per ricordare che i rincari dei prezzi dell’energia e i razionamenti stanno mettendo sotto pressione le farmacie del territorio. Con questa iniziativa, come riferisce un articolo pubblicato ieri dalla rivista Chemist&Druggist, l’azienda ha voluto sincerarsi che il governo britannico sia consapevole delle difficoltà in cui versa la distribuzione farmaceutica in quello che potrebbe essere un inverno particolarmente critico. Le autorità, ha fatto notare Innes, sanno «che la produzione di medicinali è strategicamente importante» e quindi va preservata dalle ricadute della crisi, devono comprendere che anche la filiera farmaceutica va tutelata.
Gli esercizi farmaceutici, ha ricordato in particolare la dirigente di Teva, devono avere «un frigorifero sempre acceso per conservare i prodotti della catena del freddo», i grossisti «devono assicurare temperature e illuminazione controllate 24 ore al giorno». Né le une né gli altri, in sostanza, possono ridurre i consumi per risparmiare.
A settembre, ricorda Chemist&Druggist, il dipartimento per le Imprese, l’energia e la strategia industriale aveva assicurato che i prezzi all’ingrosso dell’energia praticati alle farmacie sarebbero stati ridotti quest’inverno «a meno della metà». Ma Andrew Lane, presidente della National pharmacy association (il sindacato delle farmacie indipendenti) aveva replicato sostenendo che l’agevolazione «incide a malapena sui costi complessivi sostenuti dalle farmacie».
In una dichiarazione rilasciata l’altro ieri (10 novembre), Teva ha fatto sapere di non avere ancora ricevuto risposta dall’ufficio di Barclay.