Negli Usa, l’86% dei farmacisti del territorio è disponibile a somministrare il vaccino anti-covid quando sarà pronto. Lo rivela un sondaggio online condotto dalla National community pharmacists association a fine agosto tra 10mila tra titolari e direttori di farmacia. «Le farmacie» commenta Doug Hoey, ceo della Ncpa, alla rivista Drugstore News «già effettuano oggi diverse vaccinazioni, la somministrazione dell’anti-covid quindi viene considerata l’ovvia espansione di un servizio già collaudato».
Dalla ricerca, in effetti, emerge che il 70% delle farmacie statunitensi vaccina anche al di fuori delle proprie mura, l’81% fa profilassi su commissione nelle aziende locali, il 53% lavora con strutture di assistenza per cronici o anziani (ma anche centri civici, chiese, scuole, fabbriche e prigioni).
«Un’altra importante evidenza proveniente dalla ricerca» prosegue Hoey «è la mobilità dei farmacisti. La loro portata va ben oltre la farmacia e la maggior parte è più che disposta ad andare dove più c’è bisogno di loro». Quasi l’80% degli intervistati, dice ancora il sondaggio, opera in centri urbani con meno di 50mila persone e il 40% circa serve comunità con meno di 10.000 residenti. «Assicurarsi che il vaccino raggiunga le piccole città e le aree rurali è un problema chiave per la sanità pubblica» ha osservato Hoey «le farmacie lo possono risolvere».