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Usa, in Arkansas una legge vieta integrazioni tra farmacie e Pbm

29 Aprile 2025

Cvs Pharmacy, la seconda catena di farmacie degli Stati Uniti per dimensioni, potrebbe dismettere i propri esercizi in Arkansas, nel sud degli Usa, dopo l’approvazione della legge HB 1150, che vieta dal 1° gennaio 2026 il rilascio di licenze farmaceutiche a esercizi di proprietà dei Pharmacy Benefit Managers (Pbm).

I Pbm sono società di brokeraggio che mediano tra compagnie sanitarie, produttori di farmaci e farmacie. In sostanza, gestiscono i prontuari negoziando per le assicurazioni sconti sui medicinali rimborsati e nel tempo hanno acquisito un peso crescente, spesso possedendo direttamente sia assicurazioni sia farmacie. Questo modello di integrazione verticale è stato criticato per conflitti di interesse e pratiche che penalizzerebbero la concorrenza e i farmacisti indipendenti.

Cvs Health ha annunciato la possibile chiusura di 23 farmacie nello Stato, definendo HB 1150 «una cattiva politica» che «rischia di privare le comunità locali dell’accesso alla farmacia, aumentare la spesa farmaceutica di milioni di dollari all’anno e costare il posto a centinaia di cittadini». Secondo l’azienda, «sono 340mila gli Arkansani che si affidano alle farmacie Cvs» e «10mila pazienti con patologie gravi rischiano di perdere l’accesso a cure specialistiche». Cvs ha inoltre sottolineato che «negli ultimi anni il numero di farmacie indipendenti in Arkansas è aumentato» e che «le tariffe di rimborso offerte agli indipendenti da Cvs Caremark – il Pbm del gruppo –sono del 61% superiori rispetto a quelle riconosciute alle farmacie Cvs».

Sostegno alla nuova normativa arriva invece dalla National community pharmacists association (Ncpa) e dall’Arkansas pharmacists association (Apa), che ne avevano promosso l’iter legislativo. «È un nuovo giorno per i pazienti dell’Arkansas: la volpe non potrà più sorvegliare il pollaio» ha dichiarato John Vinson, ceo di Apa. La legge, ha spiegato, «fermerà gli abusi e i conflitti di interesse delle farmacie affiliate ai Pbm, che finora hanno fatto aumentare i prezzi e ridotto l’accesso ai farmaci».

Secondo Ncpa, la riforma mira a eliminare pratiche scorrette come «i contratti che limitano la concorrenza, i massicci recuperi retroattivi di denaro dalle farmacie (clawbacks), l’indirizzamento forzato dei pazienti verso farmacie affiliate, i rimborsi sottocosto e i controlli punitivi». «HB 1150» ha commentato Anne Cassity, vicepresidente di Ncpa «è un cambiamento strutturale che interviene alla radice del problema: i conflitti di interesse derivanti dall’integrazione verticale dei Pbm, che danneggiano pazienti, farmacisti e contribuenti».

L’Arkansas fa da apripista: proposte simili sono già state introdotte o emendate in Indiana, New York, Texas e Vermont. Intanto, una coalizione bipartisan di 39 procuratori generali ha chiesto al Congresso di vietare in modo definitivo la proprietà di farmacie da parte dei Pbm, e una proposta di legge in questo senso è già stata presentata a Washington.