Potrebbero partire dal prossimo febbraio, in Germania, le prime esperienze-pilota per la vaccinazione antinfluenzale in farmacia. A dettare il calendario la legge per la profilassi obbligatoria contro il morbillo, approvata a fine novembre dal Bundestag, il Parlamento federale tedesco: per avviare le sperimentazioni (e fissare i compensi), le farmacie dovranno stipulare una convenzione con le mutue sanitarie della loro regione, una meta non sempre alla portata visto che i sindacati medici stanno sollevando resistenze un po’ dappertutto. E non solo loro: nel Brandeburgo, le organizzazioni rappresentative dei farmacisti si sono schierate con i curanti e hanno preso posizione contro le vaccinazioni in farmacia.
Il fatto però è che se si butta un occhio nel resto d’Europa, quella dei medici tedeschi si rivela una battaglia di retroguardia. Il caso più eclatante è forse quello della Svizzera, dove la vaccinazione antinfluenzale in farmacia – senza prescrizione medica – è autorizzata in 21 Cantoni su 26: dal 1° ottobre al 31 dicembre, i farmacisti elvetici hanno somministrato circa 33mila dosi in tutta la Confederazione, il 33% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nella giornata nazionale della vaccinazione antinfluenzale, che cadeva l’8 novembre scorso, sono stati iniettati più di 4mila vaccini (+64% rispetto all’edizione precedente). I numeri si apprezzano ancora meglio se si tiene presente che in Svizzera la vaccinazione antinfluenzale in farmacia non è coperta dal sistema sanitario e gli assistiti pagano tra i 29 e i 43 franchi, ossia 36-40 euro circa.
Cifre in crescita anche nel Regno Unito, dove la vaccinazione antinfluenzale in farmacia è realtà già dalla stagione 2015/16: a fine anno, dicono i dati del Psnc (il Comitato che negozia con il Nhs i rinnovi contrattuali per conto delle farmacie) i farmacisti inglesi avevano già somministrato quasi 15 milioni di vaccinazioni. A confronto con l’anno precedente, i vaccinati crescono di circa 60mila individui, quasi i due terzi dei vaccinati avevano 65 anni o più, ma i numeri potrebbero essere ancora maggiori perché il Psnc ritiene che non tutte le farmacie abbiano già segnalato tutte le somministrazioni realmente effettuate. I compensi riconosciuti dal Nhs in questa stagione, in ogni caso, ammontano a 9,58 sterline a vaccinazione, ossia 11,20 euro (8,08 sterline vanno a rimborsare il vaccino, 1,50 l’iniezione).
Un salto al di là della Manica ed eccoci in Francia, dove le farmacie hanno cominciato a vaccinare dalla stagione 2017/2018. La sperimentazione si è protratta per un biennio, prima in due e poi in quattro regioni, quindi dal marzo dell’anno scorso il servizio è stato esteso all’intero territorio nazionale. Con risultati subito lusinghieri: a fine novembre, ammontavano già a due milioni le persone che si erano fatte vaccinare in farmacia, per un tasso di copertura tra i 65enni e oltre del 54,8%, 5 punti in più rispetto alla stagione precedente. Il compenso ammonta a 6,30 euro (il costo del vaccino non è incluso) e per aderire le farmacie devono fare formazione e disporre dei requisiti strutturali richiesti.
Chiude l’Irlanda: anche qui la vaccinazione in farmacia è possibile da anni e secondo gli ultimi dati disponibili della Irish Pharmacists Association le richieste sono in costante aumento: nella stagione influenzale 2014/2015 sono state somministrate più di 51mila dosi, nel 2015/2016 più di 62mila, nel 2016/2017 quasi 79mila. Secondo un sondaggio dell’Associazione, il 99% delle persone che si sono vaccinate in farmacia ha espresso soddisfazione per il servizio