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Vaccinazioni, i farmacisti francesi insistono per essere coinvolti

29 Gennaio 2021

Dopo avere invidiato a lungo i loro colleghi europei che vaccinavano contro l’influenza, i farmacisti titolari italiani possono dire ora di essere un modello per molti dei loro vicini. Perché se la Legge di Bilancio ha aperto le porte delle farmacie di casa nostra alla vaccinazione contro covid, altrove invece le autorità nazionali sembrano titubare, anche se la vaccinazione in farmacia è già realtà per altri virus.

E’ il caso della Germania per esempio, dove però sono ancora una minoranza i Lander che hanno siglato una convenzione con le farmacie per la vaccinazione influenzale. Ed è anche il caso della Francia: nonostante da tre anni i farmacisti del territorio siano autorizzati a vaccinare contro l’influenza, il Governo ancora non è riuscito a dire né sì né no alla somministrazione dei vaccini covid. Tanto che ieri, nel tradizionale saluto d’inizio anno, la presidente dell’Ordine dei farmacisti francesi Carine Wolf-Thal ha espresso l’auspicio che la professione sia finalmente coinvolta nella campagna vaccinale.

I farmacisti non vogliono mettere in discussione in alcun modo il lavoro dei centri di somministrazione, ha detto Wolf-Thal, ma è essenziale fare anche affidamento sulle risorse del territorio. «Oggi in Francia ci sono mille centri vaccinali» ha ricordato «va bene, ma le farmacie sono 21mila. Le difficoltà di accesso a questi centri sono state segnalate dalle associazioni di pazienti, soprattutto quando c’è da prenotare la somministrazione».

Il ministro della Salute, ha ricordato ancora la presidente dell’Ordine, si era espresso a favore della vaccinazione da parte dei farmacisti, ma per ora non è andato al di là delle parole. «Bisogna fare in fretta, non si può aspettare l’ultimo minuto per dire sì, anche se all’inizio ci sarà un numero limitato di dosi».

Il vaccino AstraZeneca dovrebbe diventare disponibile a breve, ha detto ancora Wolf-Thal, i farmacisti «potrebbero vaccinarsi da soli, somministrare a tutte le fasce e in più distribuire le consegne agli altri professionisti». Nel caso in cui non ci fossero dosi per tutte le farmacie, ha proseguito, non sarebbe necessario fare selezioni: «Si potrebbe prevedere un sistema di stock rotanti: per ogni dipartimento, si distribuirebbero le fiale a metà delle farmacie una settimana e all’altra metà la successiva. La nostra forza è la rete, che ci consente di coprire tutto il territorio».