Come in Italia, anche in Francia rimane al momento incerto il coinvolgimento delle farmacie del territorio nella campagna vaccinale contro covid. In una conferenza stampa organizzata giovedì sera per presentare il piano del governo, il primo ministro Jean Castex ha detto a chiare lettere che la somministrazione passerà innanzitutto dai medici di famiglia; quindi – dalla fase 2 – si aggiungeranno altri operatori sanitari, «in modo che tutti possano andare a farsi vaccinare da un professionista di fiducia».
Alla domanda se tra questi profili sia previsto anche quello del farmacista, il ministro della Salute Olivier Véran è rimasto sul vago. «Se l’unico vaccino disponibile è quello che da conservareto a -80°C» ha osservato «è probabile che per la vaccinazione verranno privilegiati centri sanitari e strutture ospedaliere. Il livello territoriale, invece, verrà coinvolto più estesamente con l’arrivo degli altri vaccini, ma al momento non so dire se in questo setting il mmg rimarrà l’unico a vaccinare oppure se saranno chiamati anche altri operatori come i farmacisti. La Haute autorité de santé (Has, il comitato indipendente di esperti che formula pareri e indicazioni in tema di clinica e sanità) formulerà raccomandazioni che seguiremo».
La vaghezza delle affermazioni di Verano ha subito messo sul chi vive l’Ordine dei farmacisti francesi. In una videoconferenza trasmessa ieri sera, la presidente Carine Wolf-Thal ha parlato di «ruolo indiscutibile» delle farmacie nella vaccinazione contro covid. «Abbiamo dato prova che con i medici e gli infermieri possiamo dare un contributo cruciale perché siamo i professionisti più vicini alla popolazione» ha ricordato. Quanto al problema della conservazione a -80°C, Carine Wolf-Thal è dell’idea che la temperatura non sia un ostacolo insormontabile perché i vaccini possono essere conservati fino a un massimo di cinque giorni alla normale temperatura di un frigorifero.
Quanto alla scala delle priorità, il governo ha recepito le indicazioni fornite nei giorni scorsi dalla Has: i primi a essere vaccinati, tra gennaio e febbraio, saranno gli ospiti delle residenze sanitarie per anziani e il personale che li assiste, attraverso i medici di base. Nella fase due scatterà la vaccinazione sul territorio, dove i farmacisti si attendono di essere coinvolti.