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Ai, Castelli: senz’altro utile in farmacia, purché non sostituisca il farmacista

3 Luglio 2024

L’intelligenza artificiale potrebbe essere di grande aiuto alla farmacia, non certo per sostituire il farmacista nel rapporto con il paziente perché il contatto umano è insostituibile, ma per sgravare il titolare e il suo team dalla burocrazia, sempre più pesante, e da una serie di incombenze gestionali – come gli ordini – che possono essere automatizzate senza troppe preoccupazioni. Lo ha detto Dario Castelli, referente di Federfarma Milano per le farmacie rurali, intervenendo al convegno Retail4Pharma organizzato ieri nel capoluogo lombardo da Ikn e Retail Institute.

Intervistato da Roberto Adrower, docente di marketing all’università La Sapienza di Roma, Castelli ha ricordato che tra le preoccupazioni del farmacista c’è innanzitutto quella di essere sempre in grado di rispondere ai bisogni del paziente. «Per riuscirci facciamo leva sulla nostra peculiarità più importante, la prossimità, ed è per questo che dobbiamo sforzarci di considerare i colleghi delle farmacie vicine come parte di una rete che lavora in sinergia, anziché nostri concorrenti».

La prossimità, d’altronde, è ciò che ha consentito alle farmacie di erogare un crescente numero di servizi, allo scopo di semplificare l’accesso dei cittadini alle cure, ma anche di vaccinare. Nuove attività però, ha ricordato Castelli, che hanno anche aumentano oneri amministrativi e incombenze burocratiche, e questo proprio in un momento in cui è diventato sempre più difficile reperire collaboratori. «Proprio per questo motivo» ha concluso Castelli «considero l’intelligenza artificiale uno strumento che la farmacia deve prendere in considerazione perché può essere di grande aiuto, a patto ovviamente che il controllo rimanga sempre nelle mani del professionista e non perturbi il rapporto tra il cliente e il suo farmacista».