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Integrazione ospedale territorio (e farmacie), arriva nuovo Pdta

29 Novembre 2024

Ogni anno in Italia oltre 430mila persone si ammalano di una neoplasia solida o del sangue. Grazie a cure e trattamenti molte di queste patologie possono diventare croniche, tant’è vero che solo per i tumori solidi vivono sul territorio nazionale più di 2 milioni di pazienti che possono essere considerati malati cronici, perché necessitano di una prolungata assistenza sanitaria. Sono loro i destinatari del nuovo Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) di integrazione ospedale-territorio che vuole ridisegnare l’assistenza oncologica nel nostro Paese puntando a un forte livello di integrazione tra ospedale e territorio. Il documento è stato presentato ieri con un evento organizzato dal Dipartimento di Oncologia ed emato-oncologia dell’Università statale di Milano in collaborazione con l’Associazione Periplo e il patrocinio di Regione Lombardia e alla presenza di rappresentanti delle istituzioni e del mondo della sanità.

«Dobbiamo ripensare il sistema delle cure e risintonizzarlo verso i nuovi bisogni dei cittadini» ha detto Daniele Generali, responsabile dell’Unità multidisciplinare di Patologia mammaria dell’Asst di Cremona e principale autore del nuovo Pdta «bisogna partire dal presupposto che il cancro per molte forme diventa una patologia cronica e talvolta guaribile. Al tempo stesso l’incidenza risulta in crescita e si registrano più di mille nuovi casi ogni giorno. Le neoplasie del sangue invece colpiscono ogni anno più di 35mila persone, e molte volte la malattia può essere tenuta sotto controllo. Questo fenomeno rappresenta una grande ed inevitabile sfida per il sistema sanitario nazionale».

Tra i relatori Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, che nel suo intervento ha ricordato il contributo che le farmacie possono fornire per la continuità dell’assistenza ospedale-territorio. In particolare la Riconciliazione della terapia farmacologica, ossia il processo di riordino delle prescrizioni che partendo dalla lista dei farmaci assunti dal paziente consente di riorganizzare i politrattamenti evitando ridondanze e sovrapposizioni. «Introdotta dalla delibera XII/2405 del 28 maggio scorso» ha ricordato Racca «la Riconciliazione ha nella Ricognizione in farmacia il suo necessario preliminare: il farmacista raccoglie in modo completo e accurato le informazioni sui farmaci e sugli altri prodotti assunti dal paziente e poi aggiorna il medico perché proceda alla Riconciliazione». Gli obiettivi del servizio, ha concluso la presidente di Federfarma Lombardia «sono la prevenzione di errori e interazioni indesiderate, migliorare la consapevolezza e l’empowerment del paziente, creare una collaborazione sinergica tra tutti i professionisti sanitari, con condivisione di conoscenze e competenze».