L’ultima sfida è quella della digitalizzazione, che sta investendo il mondo della sanità e della farmacia come un fiume in piena, ma in cinquant’anni di vita Federfarma ne ha dovute combattere davvero tante di battaglie, a difesa dei farmacisti titolari ma anche della collettività e di un servizio farmaceutico votato all’eccellenza. E’ la sintesi che si ricava a sfogliare l’album fotografico messo assieme dai ricordi dei “past president” del sindacato, chiamati a raccolta sabato scorso a Cosmofarma per festeggiare con la Federazione il suo mezzo secolo di vita. Alberto Ambreck (alla guida di Federfarma dall’87 al ’91), ha rammentato alla platea che la farmacia italiana rappresenta una realtà di grandissimo valore: «I nostri laureati non temono confronti con nessuno» ha osservato «e l’errore più grande che è stato commesso è quello di aver perso il trinomio farmaco-farmacia-farmacista. La categoria dovrebbe sempre rispondere colpo su colpo anziché subire passivamente». Anche Giorgio Siri, presidente del sindacato dal ’91 al 2008, ha ricordato i suoi anni di battaglie: «Abbiamo difeso strenuamente l’esclusività del farmaco senza ricetta in farmacia» ha raccontato «senza renderci conto che se avessimo accettato l’uscita di qualche otc avremmo mantenuto il farmacista in farmacia». Fu la seconda batosta dopo la legge 405/2001, ha continuato Siri, scaturita anch’essa da un clima politico in profondo cambiamento: «Durante la mia presidenza» ha ricordato «alla Sanità si alternarono dieci ministri. E il federalismo moltiplicò i centri decisionali: Regioni, Asl, nel tempo divenne tutto più difficile».
Gli attacchi sono continuati negli anni successivi con le liberalizzazioni del governo Monti e le pressioni della grande distribuzione per avere i farmaci con ricetta nei supermercati. Ma, ha sottolineato Annarosa Racca (la prima donna eletta alla presidenza del sindacato, dal 2008 al 2017), «la categoria ha saputo reagire unita con il proprio sindacato e messo in campo tutto il proprio orgoglio». E’ arrivata così la farmacia dei servizi, «che oggi consente alle farmacie di fare autoanalisi, telemedicina, Cup, prevenzione, campagne di screening. E abbiamo imboccato la strada della dematerializzazione con la ricetta elettronica, che ha semplificato il lavoro del farmacista e può essere spedita in tutto il territorio nazionale. Sotto la mia presidenza abbiamo gettato le basi della farmacia di domani, al passo con i tempi e integrata nel Ssn».
Oggi, così, la professione ha gli strumenti per affrontare il cambiamento rappresentato dalla digitalizzazione e dalla trasformazione del Ssn. «Lo affronteremo con un’attenzione sempre forte alle nostre radici» ha spiegato il presidente in carica di Federfarma, Marco Cossolo «è tempo di puntare sulla nostra specializzazione e su un servizio più efficiente, che sappia sfruttare anche i canali più moderni come il digital». E’ una strada, ha concluso Cossolo «da percorrere insieme, combattendo scetticismo, inerzia e consuetudine».