E’ finalmente conto alla rovescia per il progetto Adhere, la sperimentazione voluta dall’Asl Toscana Sud Est con l’obiettivo di costruire attorno al paziente cronico una rete multidisciplinare (farmacie, medici di famiglia, specialisti e infermieri) orientata alla continuità della presa in carico e al monitoraggio delle terapie. Il progetto è in cantiere da più di un anno e ha dovuto affrontare diverse criticità, ma ormai i problemi sono alle spalle e si vede la luce in fondo al tunnel. L’ultimo scoglio è stato rimosso nei giorni scorsi, quando la Regione Toscana ha detto sì allo stanziamento di un piccolo fondo destinato alla remunerazione delle farmacie che parteciperanno al progetto: «Si tratta di somme poco più che simboliche» spiega a FPress il direttore dell’Asl toscana, Enrico Desideri (foto) «dirette a valorizzare il lavoro dei farmacisti».
Partenza quindi dai primi del prossimo gennaio, il 2 o una data immediatamente successiva, una volta che Federfarma, Urtofar, Fofi e Assofarm avranno sottoscritto il protocollo finale e il comitato scientifico, presieduto da Nello Martini, avrà redatto le linee guida destinate ai farmacisti. Quest’ultimo passaggio riveste un valore estremo, perché Federfarma e partner finanziano il progetto dell’Asl toscana (con un fondo di 90mila euro per il primo anno) nella speranza che dall’attività emergano dati incontrovertibili sui risparmi assicurati dall’aderenza terapeutica in farmacia, da “spendere” poi con le Regioni.
Per tale motivo, il progetto si pone come obiettivo il reclutamento di circa 2mila pazienti affetti da Bpco e altri duemila con scompenso cardiaco: saranno i medici di famiglia ad avviare il primo contatto e a chiedere all’assistito da quale farmacia vuole farsi seguire; quindi entreranno in scena i farmacisti del territorio, che monitoreranno l’aderenza appoggiandosi alla piattaforma realizzata allo scopo da Promofarma. Secondo le stime dell’Asl, alla fine dovrebbero risultare coinvolte circa 200 farmacie.
Per una sperimentazione che si accinge a partire, un’altra continua a latitare. E’ quella che aveva messo in piedi la Manovra 2018 con l’obiettivo di coinvolgere nove regioni in tre anni (a scaglioni progressivi, come si ricorderà), alle quali sarebbe andati un finanziamento complessivo di 36 milioni. Si sarebbe dovuti partire già da quest’anno ma da mesi non arrivano notizie e sabato scorso, a margine della tavola rotonda organizzata a Venezia-Mestre da Cosmofarma, l’assessore alla Salute del Veneto Luca Coletto ha ammesso che per cominciare vanno prima messe a posto un po’ di cose: non solo si attende ancora il decreto attuativo finale dal ministero della Salute, ma occorre anche un intervento legislativo che metta a posto il provvedimento della Manovra: per le Regioni, in sostanza, quel testo sarebbe troppo generico ed è necessario che venga dettagliato per chiarire chi è titolato a presentare progetti (solo le associazioni rappresentative delle farmacie o anche altri soggetti?), chi li deve vagliare e come vanno ripartiti i finanziamenti. Altrimenti finisce che ogni Regione si regola in modo diverso dalle altre. Quanto tempo ci vorrà perché la cosa si risolva non è al momento noto.