Prosegue anche in questi ultimi giorni del mese il “rimbalzo” che dalla metà di marzo sta risospingendo verso l’alto la domanda di tamponi rapidi nelle farmacie del territorio. Confermano gli ultimi dati provenienti da ministero della Salute e Istituto superiore di sanità: nell’ultima settimana, quella che va da lunedì 21 a domenica 27, strutture sanitarie e farmacie del territorio hanno effettuato 2,6 milioni di antigenici, in crescita del 6% rispetto ai sette giorni precedenti.
È da 15 giorni che i volumi hanno ricominciato a salire: dopo un mese e mezzo di contrazioni ininterrotte, dai 5,6 milioni della terza settimana di gennaio ai due milioni circa della prima di marzo, la produzione di tamponi è cresciuta del 6% nei sette giorni che vanno dal 7 al 13 e del 14% nel periodo 14-20 marzo. E il trend non sembra al momento arrestarsi: soltanto ieri sono stati effettuati 536mila test rapidi, una quota giornaliera che non si osservava dal 15 febbraio.
A spingere è la recrudescenza dei contagi da omicron (+32% la settimana scorsa) ma anche l’inaspettato ritorno di fiamma dell’influenza, che ovviamente spinge molti sintomatici a effettuare un test preventivo: nella settimana 14-20 marzo, riporta il bollettino di Influnet (l’osservatorio coordinato dall’Istituto superiore di sanità), il tasso delle sindromi simil-influenzali registrato nel Paese ha toccato i 4,76 casi ogni mille assistiti, un valore che non si osservava da gennaio.
I casi, riporta ancora il bollettino, sono in aumento in tutte le fasce di età, con una lieve prevalenza del gruppo 0-5 anni, dove l’incidenza è di 14,82 casi per mille assistiti. Nella fascia 5-14 anni, invece, si registra un tasso di 6,94 casi, tra i 15-64enni i casi sono 4,46 e nei 65enni e più 1,77 (sempre per mille assistiti).
Tra le regioni rimangono sotto il livello di intensità minima (meno di 3,16 casi per mille assistiti) Provincia autonoma di Trento, Veneto, Lazio, Molise, Campania, Basilicata, Sardegna. Tra quelle che si collocano sopra tale soglia, invece, spicca l’Umbria, che con 13,50 casi per mille assistiti entra nella fascia dell’intensità epidemica media. Seguono Marche (9,30), Piemonte (8,54) ed Emilia Romagna (6,78).