Dopo il via libera della Camera, la Legge di Bilancio passa anche al Senato e “stabilizza” la remunerazione aggiuntiva che le farmacie del territorio hanno sperimentato nell’ultimo quadrimestre del 2021 e nel 2022. «Al fine di salvaguardare la rete di prossimità rappresentata dalle farmacie» recita la disposizione, al comma 532 dell’articolo 1 «è riconosciuta, dal primo marzo 2023, una remunerazione aggiuntiva in favore delle farmacie per il rimborso dei farmaci erogati in regime di Servizio sanitario nazionale, nel limite di 150 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023».
Per l’attuazione dell’intervento, prosegue il testo, occorrerà un «decreto del ministro della Salute, adottato di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni», che dovrà essere emanato «entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge».
Per quanto concerne le coperture, il comma 534 conferma che «agli oneri derivanti, pari a 150 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023, si provvede a valere sulle risorse di cui all’articolo 1, commi 34 e 34-bis, della legge 662/1996», ossia il finanziamento del Fondo sanitario nazionale destinati agli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale.
Da notare che nella versione finale del testo non compare l’emendamento approvato l’8 dicembre dalla commissione Igiene e sanità della Camera, che limitava la remunerazione aggiuntiva «fino al 31 dicembre 2025» in attesa di «una riforma del sistema di remunerazione dei farmaci erogati in regime di Servizio sanitario nazionale». Sparita tale scadenza, la riforma potrà quindi prendersi tutto il tempo che sarà necessario.