Una supply chain del farmaco europea meno dipendente da Paesi terzi: lo sostiene Aschimfarma, l’Associazione dei produttori di principi attivi farmaceutici parte di Federchimica, condividendo le azioni proposte dalle Associazioni europee di categoria alla Commissione Europea: Efcg (European Ffine chemicals group) e Medicines For Europe, nei giorni scorsi hanno infatti espresso forte sostegno al Non-paper sul miglioramento della sicurezza dell’approvvigionamento di medicinali in Europa, presentato dalla delegazione belga al Consiglio dell’Unione europea.
Attraverso il “Non-paper” sul “potenziamento della sicurezza dell’approvvigionamento di farmaci in Europa”, cofirmato da 19 Paesi tra cui l’Italia, i principali Stati membri hanno richiesto:
– un meccanismo volontario di solidarietà per alleviare temporaneamente le gravi carenze che possono colpire gli Stati membri;
– un elenco europeo dei medicinali critici, le cui catene di approvvigionamento, produzione e valore devono essere monitorate e tutelate con politiche attive di sostegno;
– una valutazione di opportunità per un provvedimento europeo sui farmaci critici per ridurre le dipendenze, sia dei farmaci stessi sia delle materie prime necessarie per la produzione, in particolare per i prodotti forniti da pochi produttori o paesi fornitori, cui Aschimfarma sarebbe favorevole.
In riferimento alla proposta di creazione di una lista europea di medicinali critici, per i quali sarà necessario monitorare l’approvvigionamento, mappare le catene del valore globali e identificare i (potenziali) fornitori e le vulnerabilità, dichiara il presidente di Aschimfarma, Paolo Russolo, «riteniamo di fondamentale importanza che sia avviato un dialogo tra tutti i fornitori lungo la catena del valore, compresi i produttori dei principi attivi, che sicuramente potrebbero giocare un ruolo fondamentale nel prevenire e sopperire a molte situazioni di carenza».
Sono necessari interventi legislativi che meglio definiscano la strategicità del comparto chimico-farmaceutico, per ottenere una via preferenziale per le pratiche burocratiche relative alle espansioni dell’attività industriale; servono parità di condizioni produttive (level playing field) in primis a livello europeo ma anche extra europeo, non solo sotto l’aspetto qualitativo, ma anche per quanto riguarda sicurezza e ambiente; occorre semplificare le procedure di registrazione degli Api e di inserimento di nuovi fornitori di materie prime e intermedi; va sostenuta l’innovazione attraverso la sburocratizzazione dei processi autorizzativi per il cambio di processo e per l’incremento della attività produttiva (fast track) nel pieno rispetto delle stringenti norme ambientali. «Alle imprese» sostiene Russolo «serve certezza sul rientro degli investimenti nel medio periodo, in modo che un progetto sia economicamente sostenibile».