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Assemblea Farmindustria, Cattani: payback iniquità da superare

5 Luglio 2024

L’industria farmaceutica con sede in Italia è al primo posto a livello mondiale per crescita dell’export e rappresenta il secondo comparto del made in Italy per saldo con l’estero, che nel 2023 ha toccato i 23 miliardi di euro. Sono le “medaglie” che Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, ha esposto ieri nell’intervento che ha aperto la consueta Assemblea annuale dell’associazione, ospitata all’Auditorium della Conciliazione a Roma.

La nostra industria, ha ricordato, si riconferma un settore hi-tech strategico per il Paese. La produzione ha toccato i 52 miliardi di euro nel 2023, con oltre 49 di export, nonostante le difficoltà causate dall’aumento dei costi del 30% rispetto al 2021. Gli investimenti sul territorio arrivano a 3,6 miliardi, di cui 2 in R&S. Gli addetti sono 70.000 (+2% nel 2023 e +9% in 5 anni), con un incremento di quasi il 20% di under 35 negli ultimi 5 anni, e con un’elevata presenza di donne, il 45% del totale. E senza dimenticare che negli ultimi cinque anni le domande per brevetti farmaceutici sono cresciute in Italia del 35%, rispetto al +23% dei Big Ue.

La competizione globale, ha tuttavia ricordato Cattani, incalza. Ed è per questo che l’industria chiede all’Italia e all’Europa di attrarre investimenti e offrire innovazione. «Non possiamo avere una realtà a due velocità» ha avvertito «fuori un mondo che cambia rapidissimamente e qui assetti decisionali e regolatori fermi a venti anni fa. Serve voltare pagina per tenere il passo di altri Paesi in un contesto globale sempre più complesso».

L’Europa, in particolare, deve porre al centro il tema della competitività e trovare il coraggio di rivedere completamente la proposta di revisione della legislazione farmaceutica, che indebolisce la proprietà intellettuale e le coperture brevettuali. «Recuperare competitività» ha detto il presidente di Farmindustria «significa cambiare in fretta la rotta e la prospettiva: la salute deve diventare prioritaria ed essere considerata un investimento che genera anche risparmi sociali ed economici evitando altri costi. E l’industria farmaceutica deve essere percepita come un’alleata su cui contare perché trasforma le conquiste scientifiche in cure per i cittadini».

In Italia, invece, è indispensabile una governance farmaceutica davvero moderna, con regole nuove, chiare, adatte alla rapidità dell’innovazione. In particolare, va superato il sistema del payback, «tassa iniqua e aggiuntiva» ha rimarcato Cattani «che grava sulle aziende per quasi 2 miliardi nel 2024». In aggiunta, servono semplificazioni per la ricerca clinica e regole per consentire l’uso del dato clinico per necessità di Ricerca, nel rispetto della privacy. E fondamentale è anche ridurre i tempi di accesso all’innovazione per i cittadini, ancora troppo lunghi – 14 mesi a livello nazionale, ulteriormente aggravati da quelli a livello regionale – con evidenti differenze sul territorio, che generano disuguaglianza e disomogeneità.

Un ringraziamento, infine, Cattani l’ha rivolto al Governo per quanto sta facendo a favore dell’innovazione, anche nei confronti dell’Europa. «Bisogna proseguire nel dialogo tra Istituzioni e industria» ha concluso «collaborando nell’ottica di una visione condivisa dell’interesse nazionale. Perché solo insieme è possibile vincere in Europa e nel mondo».