Con un contributo diretto e dall’indotto di circa due punti percentuali sul Pil, la farmaceutica si riconferma uno dei pilastri dell’economia italiana, dal quale nei prossimi cinque anni può arrivare un altro punto di Prodotto interno lordo se arriveranno gli investimenti di cui ha bisogno. È il messaggio lanciato al Governo dalle aziende del farmaco, ieri riunite a Roma per la consueta assemblea pubblica di Farmindustria. «L’Italia è protagonista in Europa anche con l’industria del farmaco» ha detto nella sua relazione il presidente dell’associazione produttori, Marcello Cattani «lo dimostra il valore della produzione, che nel 2022 ha raggiunto i 49 miliardi di euro dei quali 47,6 miliardi di export; lo dicono i 3,3 miliardi investiti in produzione e R&S e i 68.600 addetti, il 44% dei quali donne»
Questi numeri, ha continuato Cattani, dicono che «è il momento di abbracciare una nuova visione, che permetta all’Italia di crescere e recuperare velocemente il gap competitivo con i Paesi più avanzati. L’industria farmaceutica è strategica perché risponde a esigenze di salute, crescita, sicurezza nazionale ed efficienza della spesa pubblica, evitando costi nelle altre prestazioni sanitarie e di welfare».
C’è però bisogno che il Governo ascolti le richieste dell’industria. Per cominciare, ha detto Cattani, «va rivista la proposta di revisione della legislazione farmaceutica europea presentata dalla Commissione Ue, che indebolisce la proprietà intellettuale e quindi la competitività e la qualità delle cure». Poi servono regole nuove in tema di governance farmaceutica, dove il meccanismo del payback rischia di costare alle aziende 1,5 miliardi nel 2023 e 1,8 mld nel 2024. «Le aziende pagano tante tasse» ha ricordato il presidente di Farmindustria «ma non possono accettare imposizioni aggiuntive che strangolano la capacità di attrarre investimenti».
Sempre a proposito di governance, vanno rimodulati i due tetti di spesa, aumentate le risorse e uniformate le regole a livello regionale. «In questo modo» ha osservato Cattani «si potranno gettare le basi per un nuovo sistema, che si ponga l’obiettivo di superare in prospettiva la logica dei tetti e considerare la farmaceutica come un investimento».
Occorrerà, infine, snellire i tempi di accesso ai nuovi farmaci e adottare strumenti efficaci per gli investimenti. «Il Governo ha manifestato fin dall’inizio grande disponibilità al dialogo dimostrando di credere nella nostra industria» ha concluso Cattani «noi facciamo impresa e vogliamo lavorare, a vantaggio dei cittadini per offrire innovazione e cure».