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Assofarm: in Francia nuova convenzione, qui blocca tutto l’invarianza di spesa

11 Marzo 2022

In Francia, farmacie e “assurance-maladie” hanno rinnovato ieri la convenzione di categoria dopo soltanto quattro mesi di negoziazione, con importanti novità nella parte economica. In Italia, le trattative per il rinnovo del contratto tra farmacie e Ssn sono ferme da un anno e rimane inamovibile «il mantra» che permea ogni confronto con il Ssn, ovvero l’invarianza di spesa. E’ quanto scrive il presidente di Assofarm, Venanzio Gizzi, in un comunicato diffuso ieri in cui raccoglie la notizia della nuova convenzione delle farmacie francesi.

Con il nuovo contratto, osserva Gizzi, i titolari d’oltralpe verranno remunerati per la dispensazione a domicilio dei farmaci, 2,5 euro a consegna fino a cinque uscite giornaliere. Tra i servizi, le novità riguardano i richiami vaccinali per adulti, gli screening per un numero via via crescente di patologie, la collaborazione con i mmg nelle zone dove i medici scarseggiano, la telemedicina e il supporto alle donne in gravidanza. In tema di appropriatezza, invece, sono previsti interventi che rafforzano l’aderenza terapeutica e sostengono la corretta assunzione del farmaco.

Il pacchetto è ricco e per di più viene accompagnato da stanziamenti per 130 milioni di euro, ovviamente a favore delle farmacie. «Di quanto accaduto Oltralpe» commenta Gizzi «colpisce certamente la rapidità con le quali le parti hanno raggiunto un accordo, i contenuti innovativi di quest’ultimo e le risorse economiche impegnate». Tutt’altra musica rispetto all’Italia, dove ogni trattativa con il Ssn parte dalla condizione che l’accordo finale dovrà rispettare l’invarianza di spesa.

Ma c’è di più: «I contenuti della convenzione francese» scrive Gizzi «sono ispirati dall’obiettivo di rafforzare la sanità territoriale, una necessità emersa drammaticamente in tutta Europa a seguito dell’emergenza covid. Si fa certamente sentire la rinomata efficienza della pubblica amministrazione francese, ma si avverte anche una forte volontà politica di investire nel sistema farmaceutico territoriale».

Dovrebbe essere così anche in Italia: «L’emergenza pandemica ha dimostrato la qualità di prim’ordine del nostro sistema istituzionale e sanitario» osserva il presidente di Assofarm «ma non sembra che si stia facendo tesoro delle esperienze più recenti. Riteniamo che tanto il sistema sanitario nazionale quanto le farmacie abbiano tutte le carte in regola per affrontare la sfida organizzativa iniziata in questi giorni in Francia: quella di evolvere la risposta emergenziale in riforme strutturali di ampio respiro».

La richiesta di Assofarm, quindi, è che «il confronto per il rinnovo della Convenzione tra Regioni e Farmacie riprenda quanto prima. Confronto nel quale porteremo l’entusiasmo che sempre ha contraddistinto il lavoro dei manager e dei farmacisti delle oltre 1.600 farmacie comunali presenti in tutta Italia».