Urge rimuovere i vincoli legislativi che ancora impediscono la vaccinazione in farmacia e vanno definiti i protocolli operativi che devono garantire la sicurezza degli assistiti. E’ quanto scrive Assofarm in un comunicato diffuso ieri per sollecitare la mobilitazione delle farmacie nella campagna covid: «la crisi di Governo» avverte in particolare l’associazione «non faccia dimenticare che la farmacia è la “riserva” più pronta per entrare in campo nella sfida della vaccinazione di massa».
Lo stesso messaggio, scrive Assofarm, è stato rivolto nei giorni scorsi ai politici con cui i vertici dell’associazione si sono incontrati. E nei quali si è anche parlato di nuova remunerazione e di rinnovo della convenzione, così come dell’inclusione del comparto tra i beneficiari dei prossimi ristori di Stato. «Sarebbe poi opportuno» prosegue Assofarm «che i farmacisti venissero compresi tra gli operatori sanitari cui il vaccino viene somministrato in via prioritaria, cosa che oggi non avviene in tutte le Regioni».
La priorità, in ogni caso, rimane la vaccinazione in farmacia: «Numeri alla mano» è la valutazione con cui Assofarm chiude la nota «appare quantomeno difficoltoso immaginare che i medici di medicina generale e le altre strutture appositamente create, possano sopportare ritmi somministrativi adeguati a raggiungere l’immunità di gregge nei tempi stabiliti».