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Assogenerici: unità di crisi con Aifa per gestire gli approvvigionamenti

20 Marzo 2020

L’emergenza da covid-19 comincia a sovraffaticare la struttura produttiva e distributiva della filiera farmaceutica: è aumentata la domanda di miorilassanti, anestetetici, oppiodi e sedativi, che servono per la gestione dei pazienti in terapia intensiva; così come è cresciuta la richiesta di antiretrovirali, per contrastare l’epidemia. Si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di farmaci da tempo fuori brevetto e le industrie di equivalenti stanno reagendo prontamente alle tensioni del momento, anche grazie all’appoggio del network produttivo internazionale. Il quadro arriva da Assogenerici, che in un comunicato diffuso ieri fa il punto sulla produzione in queste settimane di forte stress.

«Le aziende stanno dimostrando un senso di responsabilità e una collaborazione senza precedenti» spiega il presidente dell’associazione produttori, Enrique Häusermann (foto) «sono state incrementate le produzioni, trasformate linee produttive, effettuate importazioni in tempi record da altri Paesi: un’attività frenetica che ha ottenuto l’immediato supporto dell’Aifa dal punto di vista delle procedure».

Con l’Agenzia del farmaco, in particolare, Assogenerici e ad altre sigle industriali hanno istituito una unità di crisi per la gestione delle esigenze regionali, che in questa fase sta concentrando i propri sforzi soprattutto sulla Lombardia. «L’Agenzia assicura il raccordo con le Regioni e le Province autonome, cui pervengono le segnalazioni da parte delle singole strutture» prosegue Häusermann «ovviamente viene data  priorità ai casi urgenti di irreperibilità per i quali siano già stati espletati tutti i passaggi previsti con gli aggiudicatari delle gare regionali: vagliata la richiesta, allertiamo immediatamente la rete delle nostre associate».

Sta dando risultati anche il coordinamento tra autorità counitarie e associazioni europee dei produttori per accelerare il passaggio di farmaci e dispositivi alle frontiere con l’apertura di corsie preferenziali. «I blocchi sono ancora consistenti in tutti i confini» conclude Häusermann ma la situazione è in via di miglioramento e sono certo che servirà da modello ad altri Paesi europei in questa battaglia durissima».