Il fenomeno delle carenze farmaceutiche è in parte l’effetto di una «catena di approvvigionamento più lunga, più complessa e frammentata» che in passato, perché le aziende hanno delocalizzato gran parte della produzione al di fuori dell’Unione europea». Tra le misure in discussione per contrastare il problema, quindi, ci deve anche essere «il trasferimento della produzione di medicinali nell’Ue». E’ quanto si legge nel documento che sintetizza i punti chiave dell’incontro organizzato una decina di giorni fa dal Consiglio dell’Unione europea (l’organo legislativo in cui sono rappresentati gli Stati membri) per discutere di carenze.
Al termine della riunione, secondo quanto riferisce un articolo del Pharmaceutical Journal, tutti i partecipanti hanno convenuto sull’idea «di sviluppare e attuare un’agenda di lavoro sulla politica farmaceutica che eviti la carenza di medicinali in tutta l’Unione». Il suggerimento di riportare la produzione di medicinali nell’Unione europea, in particolare, fa seguito a una richiesta dello stesso genere espressa ai primi di dicembre da Medicines for Europe, l’associazione che rappresenta i genericisti europei.
Nell’incontro sono state messe sul tavolo anche altre proposte dirette a contrastare il fenomeno delle carenze: tra queste lo scambio tra i paesi membri di informazioni sulle scorte, l’intensificazione della sorveglianza sul mercato unico e infine la semplificazione dei trasferimenti di farmaci da uno Stato membro all’altro in determinate condizioni.