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Carenze: per i distributori europei del Girp il parallel trade non c’entra

14 Novembre 2019

Le restrizioni temporanee alle esportazioni di farmaci disposte dalle autorità nazionali per contrastare carenze e indisponibilità dovrebbero scattare soltanto quando risultano davvero necessarie e appropriate allo scopo. In più, dovrebbero essere adottate in base a criteri trasparenti, in linea con le indicazioni emanate in tema dalla Commissione Ue, e andrebbero comunicate con il dovuto anticipo ai distributori farmaceutici. E’ quanto raccomanda il Girp, la sigla europea dei farma-grossisti, in un comunicato diffuso ieri alla chiusura del meeting autunnale dell’associazione, organizzato ieri a Bruxelles.

Per i distributori, in particolare, il parallel trade è una causa soltanto marginale del fenomeno, che ormai interessa la quasi totalità dei Paesi Ue. «In Spagna» spiega Bernd Grabner, presidente del Girp «non incide per più del 2% dei casi». Ben altre, per l’associazione, le cause che sono davvero all’origine di indisponibilità e rotture di stock: «In generale» prosegue la nota «si può dire che i problemi legati alla qualità della produzione o ai processi industriali sono all’origine del 60% dei casi di carenza, mentre un altro 27% dipende da difficoltà di marketing o commercializzazione».

L’imperativo, quindi, è quello di concentrarsi sulle reali cause del fenomeno. «Occorre un confronto serio tra governi e attori della filiera logistica» osserva Monika Derecque-Pois, direttore generale del Girp «i nostri associati possono da parte loro impegnarsi per assicurare l’allocazione ottimale delle disponibilità e mitigare l’impatto delle carenze con la creazione di riserve di stock». Occorre però, continua Derecque-Pois, «istituire un sistema di monitoraggio che sfrutti non soltanto le segnalazioni provenienti dai produttori, ma raccolga anche segnali e informazioni provenienti dal mercato».

In tale prospettiva, conclude la nota, il Girp ha approfittato del meeting di ieri per mettere a confronto i sistemi di monitoraggio che coinvolgono le catene nazionali di approvvigionamento: «Il nostro obiettivo» ha spiegato Derecque-Pois «è quello di definire uno standard comune per il monitoraggio delle carenze e le segnalazioni dei produttori».